Il mondo sarà anche piccolo, ma i fenomeni che si svolgono su di esso in un determinato lasso di tempo sono infiniti; che, per quanto possano essere numerosi, saranno comunque sempre meno degli eventi culturali organizzati in Italia nella stessa finestra di tempo. Capita però che internet, nel marasma che aiuta suo malgrado a provocare, a volte svolga il ruolo di ponte tra alcuni di questi eventi degni di essere notati.
È dunque grazie al web utile che siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di Indocili, una rassegna, ma volendo anche un festival diffuso, indipendente di cinema indipendente, come sottolinea il titolo
stesso. Indocili è giovane perché è al suo terzo anno di vita, ma lo è soprattutto per la sua proposta: la caratteristica principale infatti è che tutto ciò che viene mostrato, dalle anteprime a opere recentissime, dev’essere stato girato esclusivamente da film-maker under35. Ma “giovane”, parola che spesso quando si parla di contesti culturali nasconde in realtà un antipatico sottotesto di inferiorità o scarsità, in questo caso è solo un valore aggiunto.
Lo testimonia direttamente la qualità delle 10 opere scelte, che verranno proiettate in 6 appuntamenti al cinema Beltrade di Milano (benemerita sala indipendente che da anni si è caricata di un ruolo sociale grazie alla sua multiprogrammazione e alle sue scelte coraggiose a tutto tondo) dal 26 settembre al 23 aprile, la loro varietà – generi e durate miste, dai lunghi ai corti, dai videoclip all’animazione – e la libertà stilistica e artistica che permea da ogni fotogramma. Con una diversità così ampia ci è sembrato importante comprendere il (non banale) processo di selezione che, come ci ha detto il direttore artistico Davide Perego, “vede prediligere proprio la libertà nel senso più ampio del termine (contrapposto a mode e trend), a braccetto con l’autonomia e l’autenticità della propria particolare visione del cinema, particolarità che può essere data da qualsiasi aspetto. È una rassegna molto aperta”.
Non è dunque un tema che decide chi farà parte della rassegna, ma sono i selezionati che portano con sé “un certo argomento, una certa sensibilità che collega e connette i vari film proposti che noi mettiamo assieme. I registi e le registe vengono invitati in un momento di dialogo che si rivela essere sempre stimolante e brillante proprio perché, oltre a essere artisti di comprovata intelligenza, sono accomunati da una particolare sensibilità, e di conseguenza si crea dialogo comune non solo sui temi ma anche su determinati piani (per esempio chi fa fiction ha a disposizione mezzi che chi fa documentari spesso non ha, o magari chi fa videoclip capita stia lavorando su altro). È bello creare connessioni legate a sensibilità che non hanno a che fare invece con il piano della produzione o dell’ambiente a cui appartengono, e questo è uno dei valori che contraddistinguono Indocili: persone non docili a certe regole”.
La rassegna, che come sottolinea lo stesso Perego “è già un punto di riferimento a Milano, e non solo, per la specificità che ci contraddistingue”, riceve numerose domande di partecipazione da giovani provenienti dai Festival e dalle Scuole di Cinema di tutta Italia. Ma Indocili, organizzata dall’associazione milanese Tafano Film nata nel 2016 e dalla forte vocazione sperimentale, non è solo proiezioni, bensì un discorso sul cinema e sul mondo culturale molto più ampio: a corollario di ogni evento si terranno infatti masterclass gratuite, battezzate scherzosamente “Chiacchiere da Bar” per via del luogo di svolgimento (al Bar Rondò dalle ore 20.00), dove gli ospiti possono interfacciarsi col pubblico non parlando del film, quasi un divieto, ma del proprio percorso. Saranno inoltre allestite e organizzate mostre fotografiche, presentazioni editoriali e installazione d’arte pubblica curate in collaborazione con magazine indipendenti e critici cinematografici.
Gli ospiti di quest’anno saranno: lo street-movie (in anteprima) della crew di writers Canemorto; le favole nere di Simone Bozzelli e la crudezza di Saverio Cappiello; il tenero omaggio di Caterina Biasiucci e Lilian Sassanelli ai loro nonni; le riflessioni politiche di Alberto Diana e Chloé Galibert- Laîné sul ruolo delle immagini nel mondo digitale. L’inaugurazione, il 26 settembre, sarà invece con Martina Pastori, Emanuela Muzzupappa, Giada Bossi e i loro tre sguardi – tutt’altro che docili – in bilico fra fiction e videoclip.
Il programma completo di Indocili lo trovate a questo link.
Federico Benuzzi
