E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo i baci lenti sulla bocca,
sul collo, sulla pancia, sulla schiena,
i morsi sulle labbra, le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita
che fino a quel momento era stata un po’ sbagliata.
Intendo dita sui corpi, creare costellazioni,
inalare profumi, cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano allo stesso ritmo,
e poi sorrisi,
sinceri dopo un po’ che non lo erano più.
Ecco, fate l’amore e non vergognatevene,
perché l’amore è arte, e voi i capolavori.
Alda Merini – E poi fate l’amore
Non c’è grido più forte di un amante che ha perduto l’amato: il petto lacero, gli occhi gonfi, la mente vuota. Si cammina curvi e lo stomaco fa male come se fosse stato preso a calci. L’amore è una battaglia per rimanere in piedi, è una lotta contro la tendenza a cedere, a cadere, a non impegnarsi. Amare è una ribellione, soprattutto ai giorni nostri, che sembrano autorizzare qualsiasi mancanza di interesse, qualsiasi sacrificio per le cose importanti. Si vogliono solo provare nuove emozioni, fare nuove esperienze, avere tutto a portata di mano, essere sempre connessi. Non si cerca più il bello in ciò che si possiede già, nelle persone che ci circondano e ci vogliono bene, negli attimi, perché, a volte, questo implica fatica. E’ difficile mantenere un rapporto con una persona, intervallato da momenti piacevoli, ma anche da tanti problemi. Si preferisce cambiare. Allontanarsi. Abbandonare. Chiudere gli occhi e voltare lo sguardo. Ogni volta che sopraggiunge un nuovo ostacolo si volta pagina. La nostra vita è, spesso e volentieri, inconcludente. “Poi sorrisi, sinceri dopo un po’ che non lo erano più”: amare è riscoprire l’istante in cui si è iniziato ad amare. Forse per Alda Merini la vita è stata proprio questo: un’instancabile oscillazione fra l’amore e il nulla. Il nulla è stato essenzialmente la sua malattia, il manicomio, l’allontanamento dalla famiglia, dalla sua vita. E il suo animo devastato prorompe in un inno all’amore. La stessa poetessa, in altra sede, afferma: “il dolore è necessario”. Sembra una frase un po’ forte, ma spesso si è dimostrata autentica. Perché la gioia emerge per contrasto e i momenti belli diventano eterni. L’amore è, forse, la più alta forma di comprensione dell’altro. L’amore è ciò che spinge l’uomo ad alzarsi e camminare, a sopportare una vita normale e banale, accorgendosi che essa è, invece, unica e speciale.
Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.
Anna Sintini
Concordo…facciamo l’amore!
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