Il 17 maggio del 1990 l’omosessualità fu rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Dal 2004 viene istituita la giornata contro l’omofobia e dal 2009 viene ampliata, includendo tutti i tipi di discriminazione legate all’identità o all’orientamento sessuale, fino ad arrivare all’inclusione della bisessualità nel 2015.

Oggi quindi ricorre la giornata internazionale contro l’omobitransfobia (IDAHOBIT).

L’etimologia del termine racchiude una parte importante, la paura. La parola fobia, la paura del diverso, la paura di tutte quelle persone che ancora non vengono considerate “normali” nel nostro Paese e in molti altri Paesi del mondo.
Abbiamo voluto affrontare questo discorso nel nostro stile, parlando di arte, parlando di cinema e in questo caso di cinema documentario.
Nelle nostre ricerche di preparazione all’articolo abbiamo trovato diversi lavori molto interessanti. Ve ne portiamo all’attenzione alcuni, per la maggior parte recenti. Non abbiamo voluto parlare di molti altri, lasciamo a voi la possibilità di cercare, di farvi incuriosire da progetti diversi, provenienti da tutto il mondo che vi potranno portare testimonianze di storie e lotte.
Al giorno d’oggi tante persone ancora si nascondono. Al giorno d’oggi in tanti ancora non hanno il coraggio di vivere la propria vita, trovandosi soli e senza aiuti.
Attraverso questi lavori che vi proponiamo vogliamo provare a ricordarvi che ci sono persone diverse da voi, ma uguali in quello che richiedono. Ci sono persone che non meritano di essere fermati per strada, insultati o picchiati solo perché omosessuali. Non meritano di essere derisi, non meritano di sentirsi sbagliati.

Lottate, non solo per i vostri diritti, ma per rendere il mondo un posto migliore.

Se avete paura, se avete odio… è un vostro problema, fatelo rimanere vostro.


CI CHIAMANO DIVERSI (disponibile in versione integrale su youtube.com)

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Documentario scritto e diretto da Vincenzo Monaco nel 2014. Un viaggio nel mondo LGBTQI+ italiano, in dialogo con diverse persone, associazioni e studiosi per parlare di discriminazione, nelle molteplici forme che investono il nostro Paese.

“Gli omofobi facciano i conti con la propria coscienza”. Cosi inizia il documentario, prima di immergerci nel mondo italiano (un’Italia prima delle Unioni Civili) di insulti, limiti ma anche amore, allegria, lotta.

Un’esperienza informativa che consiglierei a tutti, grazie anche alle associazioni che ne hanno preso parte:

GEDO, ArciGay, Rete Genitori Raimbow, Rete Lenford, Famiglie Arcobaleno, Stonewall di Siracusa, Circolo Maurice di Torino e il Circolo Mario Mieli di Roma.

 

“Meglio fascista che frocio.” 

“L’orientamento sessuale non si sceglie.” 

“In che modo 2 persone che si amano possono mettere in pericolo la famiglia tradizionale? E poi mi chiedo, qual’è la famiglia tradizionale?” 

“Parliamo di persone malate che hanno problemi.”

“Se c’è ancora la minima possibilità che io, attraversando la strada venga ancora insultato, venga aggredito, io sono meno libero degli altri.” 

“Pulizia etnica dei culattoni.


DREAM BOAT (disponibile su Netflix)

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Documentario del 2017, diretto da Tristan Ferland Milewski. Il film racconta di una vacanza, un viaggio in crociera unicamente per uomini omosessuali. Un luogo isolato e lontano dal mondo reale. Uno sprazzo di tempo in cui queste persone possono lasciarsi alle spalle i propri universi fatti di restrizione e discriminazione ed in cui poter essere solamente se stessi.
Attraverso il racconto di alcuni passeggeri, Dream Boat racconta non solo i momenti che costituiscono questa realtà d’evasione, ma anche le vite dei suoi protagonisti sulla terra ferma.
Cosa significa essere gay quando provieni da una famiglia strettamente cattolica o da una società in cui vige l’usanza del matrimonio combinato?
Ognuno porta con sé le proprie esperienze vissute, le proprie frustrazione e le proprie speranze, in un viaggio verso la conoscenza dell’altro e soprattutto di se stessi.

 

“I really appreciate Belgium a lot. A country, I think, the police who is protecting the gay pride every year.” 

“In Palestine, if I go to the police, they will arrest me.” 

“I find it difficult to meet someone, because people very often like judge people. And they don’t know you, but they can make judgment of you.”


BISEXUAL REVOLUTION/ La bisexualité, tout un art? (disponibile in versione integrale su Vimeo)

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“Un documentario sulla B di LGBT con seducenti e rapide biografie che ci spiegano perchè ancora oggi questo orientamento sessuale venga spesso deriso o completamente frainteso anche da coloro che dovrebbero conoscerlo meglio di altri. Gli autori ci chiedono in modo brillante ma incisivo di essere più fluidi ed aperti di quanto siamo stati fino ad oggi.”

Così www.cinemagay.it parla di questo progetto. Scritto e diretto da Laure Michel e Eric Wastiaux, veniamo inoltrati questa volta nel mondo bisessuale. Commenti, discorsi importanti di scrittori come Emmanuel Pierrat, studiosi, persone normali alle quali viene semplicemente chiesto di parlare di bisessualità.
Un viaggio nelle differenti idee su questo orientamento sessuale, vere e proprie lezioni e un modo di raccontare fluido e emozionante.
Non mancano poi citazioni di opere importanti. Il viaggio non sarà solo da un punto di vista sociologico e antropologico ma anche da un punto artistico.
“How would I define myself? As a lover of the good things in life.”

 

“They don’t know what they want. Part hetero, part homo. It’s a bit hipocritical.”

“Lots of bisexuals, especially bisexuals, don’t want to choose. Why should they be forced to choose?”


Il nostro viaggio per oggi termina qui. Per concludere vogliamo ricordare a tutti che nel nostro Paese esistono varie realtà, varie associazioni che possono dare un aiuto.

 

Sarah Corsi
Andrea Pedrazzi

 

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