
Vincitore della Palma d’oro alla 71ª edizione del Festival di Cannes con Un affare di famiglia, Hirokazu Kore’eda torna sul grande schermo presentando a Venezia il suo primo lungometraggio al di fuori del Giappone, La vérité.
La genesi del film ha inizio nel 2003, quando il regista comincia a scrivere una pièce su una notte in camerino di un’attrice teatrale che sarà la base per la futura sceneggiatura; successivamente è cruciale l’invito di Juliette Binoche – interprete di Lumir nel film – che nel 2011 in Giappone dice all’autore che un giorno avrebbero fatto qualcosa insieme. Da lì nasce per Kore’eda anche l’idea della Francia, così: <<Avendo scelto la Francia come paese in cui ambientare il film, volevo delle attrici che rappresentassero la storia cinematografica francese>> e infatti la protagonista è Catherine Deneuve, ovvero Fabienne, attrice al termine della carriera che con l’uscita della sua autobiografia riceve la visita della figlia Lumir, da tempo trasferitasi negli Stati Uniti, con la famiglia al seguito.
Due interpreti d’eccellenza per un film metacinematografico in cui la recitazione assume un ruolo di assoluto rilievo: <<Proprio per i contenuti del film, la sceneggiatura ha subito un continuo processo di riscrittura grazie a degli incontri con le attrici; ho più volte chiesto a Catherine Deneuve e a Juliette Binoche qual è la vera essenza della recitazione e sono state le loro parole a nutrire la sceneggiatura e a darle vita>>; una performance resa particolare dalle differenze linguistiche fra gli attori e il regista, come sostiene la protagonista: <<è stata un’esperienza unica dover trasmettere le mie intenzioni all’interprete, vederle riferire al regista e allo stesso modo recepirne le indicazioni>>.

La recitazione come punto fondamentale, dunque, ma attenzione a non perdere di vista ciò di cui parla davvero il film, mette in guardia l’autore giapponese: <<La vérité è la storia di una madre e una figlia che pur non trovando una risposta alle loro divergenze cercano di andare avanti; nei legami familiari si crea una magia che molto spesso è una bugia. Cosa rende una famiglia una famiglia? La verità o le bugie? E cosa scegliere tra una crudele verità e una dolce bugia? Sono le domande che non ho mai smesso di pormi facendo questo film. Spero che chiunque lo veda colga l’opportunità per trovare la propria risposta.>>. Dopo Father and son (2013), Little sister (2015), Ritratto di famiglia con tempesta (2016) e il già citato Un affare di famiglia, Kore’eda estende il suo discorso sulla famiglia con un film che a differenza dei precedenti mostra una situazione assolutamente verosimile, ponendo conseguentemente una domanda un po’ più banale; se in passato l’intimità dei rapporti è stata un mezzo per la relativizzazione della struttura familiare, sia attraverso lo scambio di bambini in una culla o la formazione di un nucleo i cui elementi non hanno nessun legame di sangue, ora assume il ruolo di protagonista, lasciando meno spazio alle riflessioni.
L’uscita nelle sale di La vérité è prevista per il 3 Ottobre 2019.
Roberto di Matteo