2017, Regia di A. Piazza e F. Grassadonia

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Una straordinaria e sublime apertura alla Semaine de la Critique di Cannes 2017: dal duo Piazza-Grassadonia, già alla regia di “Salvo”, film del 2013, viene fuori una seconda pellicola, che si focalizza sulle emozioni, ponendole in primo piano, e dà al ricordo un’interpretazione inconsueta.

 

Sicilian Ghost Story è un mix di generi diversi, una storia in equilibrio tra sogno e realtà, che si mescolano e si confondono, dando vita a un racconto straordinario.

 

Entrando quasi in punta di piedi in un argomento delicato come il rapimento di Giuseppe Di Matteo, figlio di un mafioso pentito, i due registi lo rielaborano in chiave favolistica, narrando di un amore giovanile, fortemente impregnato di drammaticità.

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In un paesino siciliano situato ai margini di un bosco, Giuseppe (Gaetano Fernandez) scompare. Luna (Julia Jedilkowska), una compagna di classe innamorata di lui, non si rassegna e continua a cercarlo, nonostante a nessuno sembri importare del destino del ragazzo.

 

Luna, a dispetto della sua giovane età, si fa coraggio e osa combattere l’omertà che alberga nel suo paesino. Luna non ha paura di sfidare neppure un mostro come la mafia. Luna è disposta a cambiare, a rinunciare, a sacrificarsi, pur di riavere Giuseppe, pur di poterlo riportare a casa.

 

Le sapienti inquadrature, focalizzate sui dettagli e sui particolari corporei, riescono a far inserire perfettamente lo spettatore nella vicenda, facendogli sentire sulla pelle il dramma raccontato, suscitando un turbine di emozioni difficili da arginare.

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L’intensità delle scene e la bravura dei personaggi, nonostante la giovane età, fa del film un piccolo-grande capolavoro italiano: Sicilian Ghost Story fa riflettere, fa sorridere, fa commuovere.

Chiara Pirani

 

 

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