Qualunque cosa possa dire la gente, esiste solo giusto o sbagliato. Non c’è una via di mezzo.

 

Il 30 novembre 2017 è stato inserito nelle programmazioni delle sale cinematografiche italiane, distribuito dalla 20th Century Fox, il nuovo film diretto da Kenneth Branagh, nome che ritorna spesso, ormai da anni. Una reinterpretazione (dopo varie, di cui ricordiamo il più celebre caso, quello dell’omonimo film del 1974, diretto da Sidney Lumet) del celebre giallo corale di Agatha Christie Assassinio sull’Orient Express, editato nel 1934. Un cast d’eccezione: Michelle PfeifferJohnny Depp, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench per citarne alcuni.

 

Il noto investigatore Hercule Poirot si trova a dover risolvere un caso di omicidio durante la sua permanenza a bordo del Simplon Orient Express, in viaggio verso Londra (meta a cui non arriverà mai). Edward Ratchett, un uomo d’affari americano, viene trovato morto nella sua cabina.
Tutti i passeggeri del treno sono sospettati, e questo si rivelerà un delitto fuori dal comune, privo a prima vista di ogni logica e ordine.

 

La trama, essendo appartenente ad una celebre opera della signora indiscussa del giallo, è più che conosciuta. Intrecci a non finire. Tutto sembra essere considerato come un indizio, soprattutto lanciando continue sfide a noi spettatori.
Il fatto poi che l’attore protagonista sia lo stesso regista non lascia nessun dubbio sul vero centro di tutta la vicenda: l’investigatore Poirot, con i suoi eleganti baffi e la sua voglia sfrenata di farsi una vacanza.

Assassinio_sull'Orient_Express_2017.png

La prima domanda che viene in mente ad un normale spettatore sarà questa:

Perché tante stelle del cinema dovrebbero raggrupparsi tutte insieme in un film del genere?

Con l’espressione “un film del genere” non voglio certo sminuire nessuno, ma possiamo dire che, sicuramente, non si tratta di un film che vuole ambire ad un premio Oscar o a lasciare traccia nella storia del cinema. Rappresenta, invece, una vicenda raccontata più volte, una storia certo molto celebre, ma che lascia il tempo che trova nella mente di uno spettatore.

 

Nel 1974 si era compiuta la stessa azione, con un cast anch’esso stellare: Albert Finney, Ingrid Bergman, Sean Connery , Jean-Pierre Cassel  e molti altri.

Sembra essere questa, allora, quasi una tradizione. Prendiamo alcuni dei nomi più celebri del cinema e facciamoli recitare tutti insieme in un film che ci vuole tenere con gli occhi fissi sullo schermo e con la mente accesa. Quale sarà la soluzione del delitto?

Potrebbe essere un intento nobile, una furbata commerciale o semplicemente un modo per tentare di non farci notare altri dettagli.

 

Ma dov’è la coscienza?

 

Ricordate un film del 2004 diretto da Robert Zemeckis, intitolato The Polar Express?
Tenete presente il titolo. Durante la visione del film di cui sto provando a parlare non riuscivo a togliermi dalla mente altre scene di questo.
Basti pensare al treno immerso in paesaggi innevati che corre verso l’infinito: abbiamo indubbiamente delle somiglianze paradossali.

Il paradosso? The Polar Express è un film d’animazione, questo no.

Proviamo a pensare però che (e probabilmente sarà proprio così) sia stata una scelta mirata, una traccia di stile, anziché una mancanza di budget dovuta alla troppa spesa per il cast.

Al di là di questa considerazione, Assassinio sull’Orient Express è un film che porta sul grande schermo delle interpretazioni eccellenti, che cerca un collegamento visivo con il già citato del ’74 e che ci porta a notare il dettaglio, il gioco nascosto attraverso delle modalità di ripresa intelligenti, al servizio della drammaturgia.
A livello emotivo è un film che lascia amarezza nel cuore e, se vogliamo, anche un sentore di dubbio.

Lo apprezzerete nell’insieme, stando comodamente seduti sulla poltrona, al buio, in un cinema.

Sarah Corsi

 

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