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Man Ray, nacque come Emmanuel Radnitzky (Filadelfia, 27 agosto 1890 – Parigi, 18 novembre 1976) e fu un artista che si espresse in molti ambiti quali la pittura e la fotografia, divenendo uno dei massimi esponenti del dadaismo.

La sua poetica è sempre difficile da definire, soprattutto per la sinergia che i vari tipi di arte innescano tra  loro. Accade, infatti, spesso che i mezzi espressivi da lui prediletti arrivino anche a sovrapporsi. Inoltre anche il metodo da lui utilizzato non sempre è di facile individualizzazione, perché in costante crescita e cambiamento, utilizzando tecniche sperimentali, ponendosi quindi come un’avanguardia, come per esempio il collage o la solarizzazione.

Ciò che divenne importante fu indagare tutte le possibilità dell’Io, alternando spesso al registro poetico quello profano, fino ad arrivare a forme sempre nuove di comunicazione. Interessante fu anche la sua esplorazione del corpo umano, concentrandosi spesso sulla sensualità e sinuosità dei corpi ritratti anche nudi nella loro più ingenua purezza, allontanandosi da ogni tipo di trivialità.

In questa prospettiva sembra posizionarsi il giovane fotografo Antonio Del Vecchio  (Brindisi, 27 maggio 1997) , che va a considerare la nudità come la più alta dimostrazione dell’ essenza umana. Il progetto che porta avanti prende il nome di “Nudo” e cerca di raccogliere soggetti, spesso corpi incerti, di età, sesso, origini, interessi diversi, senza ristagnare in pregiudizi estetici, fotografandoli nelle loro camere completamente, appunto, nudi.

Dimostrare che la nudità non è volgare, che i vestiti sono una protezione, ma che si è  nudi davvero non quando si è privi di indumenti, ma quando si è di fronte alle  proprie fragilità. Essere nudi è soprattutto riconoscere: riconoscere che si è davvero tutti uguali quando si è soli con se stessi.

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Sara Suozzo

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