È per me un grande piacere ospitare qui oggi sulla rubrica InkComics Francesco Acquaviva, fumettista ravennate, ma soprattutto mio maestro e amico, che mi ha indottrinato nel mondo dei Comics.
Ciao Francesco, benvenuto su InkComics.
Ciao e grazie per l’invito! È davvero un piacere ritrovarti, i corsi di fumetto da me organizzati e nei quali ci siamo conosciuti sono stati il motivo per il quale ho deciso di intraprendere la carriera di insegnante all’interno delle scuole… un’esperienza stupenda!
Iniziamo l’intervista con una domanda scontata ma importante: quale è stata la tua formazione e da quali artisti sei stato maggiormente influenzato nel tuo percorso professionale?
Ho iniziato a disegnare prestissimo, avevo 6 anni quando ho realizzato il mio primo fumetto, rilegato, con copertina e prezzo. C’era pure la pubblicità! Ed il bello è che avevo fatto tutto da solo… diciamo pure che avevo questa bellissima arte, il fumetto, nel sangue. All’epoca leggevo prevalentemente Topolino. A 12 anni, poi, sono rimasto ricoverato in ospedale per quasi un mese intero e, grazie al regalo di un parente, ho scoperto quello che ancora oggi è la mia grande passione, il fumetto americano. Ho iniziato a modificare il mio stile di disegno cercando di rincorrere il realismo di quei fumetti. La mia formazione è essenzialmente da autodidatta, anche se nel ‘97 ho frequentato un corso di fumetto a Bologna. Alla mia formazione professionale sono stati fondamentali anche gli studi universitari di Lettere e quelli di Storia dell’Arte, che mi hanno permesso di arricchire il mio bagaglio di conoscenze. Mi è davvero utile anche la mia professione di insegnante, perché mi permette di avere un dialogo privilegiato e quotidiano con tantissimi ragazzi. Per quanto riguarda gli artisti che maggiormente mi hanno influenzato, tra gli altri Romita Jr., Sienkiewicz, BWS, Art Adams, Byrne, Miller, Mignola, Madureira, Cavazzano, Shirow, Jim Lee… e potrei andare avanti ancora a lungo!
Quando e come hai iniziato a lavorare nel mondo del fumetto?
Ho iniziato partecipando a concorsi di fumetto. Grazie ai piazzamenti e alle vittorie, sono stato poi contattato da diverse case editrici per realizzare racconti brevi e volumi, sia da solo che in coppia con altri autori. È stato molto utile avere scadenze e vedere i miei lavori pubblicati, mi ha aiutato molto a maturare artisticamente.
Come descriveresti il tuo stile di disegno?
Mi piace variare stile a seconda dell’opera alla quale mi sto dedicando. Stile realistico, cartoonoso… richiede molto tempo e lavoro, perché ogni stile necessita di essere sviluppato, ma è decisamente più stimolante, per me. Mi permette di continuare a disegnare sempre con passione, perché sono curioso anch’io di scoprire cosa ne verrà fuori.
Quale è il processo creativo che segue nella realizzazione delle tue opere?
È molto tradizionale. Lavoro al layout su un quadernetto, poi passo alle matite definitive su fogli A3. Inchiostro col pennino e china, oppure coloro a PC direttamente sulle matite.
Quali consigli daresti a chi intende intraprendere questa carriera lavorativa?
Come tutti gli amori necessita di tantissima passione. Disegnare SEMPRE.
Il lavoro del fumettista è cambiato rispetto a un decennio fa?
Secondo me sì. La tecnologia ha introdotto molte nuove possibilità, sempre più autori realizzano le loro opere digitalmente dall’inizio alla fine. Anche il dialogo coi lettori è cambiato, i social offrono possibilità prima impensabili.
Quale è il tuo lavoro preferito, o meglio in quale di questi ti senti più identificato?
Difficile dirlo, ogni opera che ho realizzato è molto diversa dalle altre… Backstageè una critica del mondo dello spettacolo, Bubbleshockè invece una serie per ragazzi, Elephantun fumetto allegato ad un cd di musica classica di cui ho realizzato anche il video musicale, Wherewolfun gioco da tavolo, Ti racconto il Nataleun libro di favole illustrate, Made in Italysi collega ai fatti della banda della Magliana e così via… Autore dei testi di molti di questi volumi è Massimo Spiga, uno scrittore di grandissimo talento. Probabilmente il lavoro a cui sono più legato è quello a cui sto lavorando attualmente, L’ultima bugia di Pinocchio (con i colori di Valentina Fabbri), perché ne realizzo per intero anche i testi e quindi è anche quello che sento più “mio”. Il protagonista è Justin, personaggio che ho creato più di 10 anni fa e che mi accompagna in quasi tutte le mie opere. È anche il protagonista di una serie di fumetti stampati su grandi pannelli che adornano il parco del Savio a Cervia!
Progetti futuri?
Ho in cantiere altre favole, una collaborazione con Spiga per continuare Bubbleshock e ho intenzione di espandere il racconto “Struttura”, premiato al Baraccano di Bologna, in un volume sull’Olocausto. Sto terminando anche i disegni che diventeranno etichette di una nuova linea di birre!
Tommaso Amato