Progetto ideato nel 1935 per Frank Lloyd Wright, architetto statunitense tra i più influenti del XX secolo. Condizionato dalla vita di campagna, all’inizio della sua carriera egli si dedica alla creazione di case con semplici strutture di legno, attraverso dei volumi semplici e funzionali. Successivamente, compie un viaggio in Giappone scoprendone l’architettura; questa suscita subito interesse per Wright, data la sua particolarità: nelle abitazioni non vi sono tavoli o letti come quelli che abbiamo in Europa e la casa è compenetrata con dei pannelli scorrevoli che consentono di mutare continuamente la disposizione della casa.
Con Wright si comincia a parlare di architettura organica: vi è un cambiamento repentino del rapporto fra interno ed esterno dell’abitazione. Il giardino diventa estensione della casa stessa e vi è una forte compenetrazione tra spazi interni ed esterni. Un’armonia tra genere umano e natura, equilibrio tra elementi naturali e artificiali: l’architettura organica si adatta alle condizioni ambientali in cui si trova.
Il nome italiano è Casa sulle cascate: essa fu progettata e realizzata durante il periodo della Depressione, nello specifico dal 1935 al 1939, e si trova in Pennsylvania. Per la realizzazione dell’intera struttura sono stati utilizzati 4 materiali costruttivi diversi: vetro, acciaio, cemento e pietra.
Si apre con grandi terrazze e vetrate fatte apposta per ascoltare il fruscio del ruscello e i passi degli animali che abitano il verde circostante. La costruzione è completamente immersa nella natura.
Ogni piano della struttura è supportato individualmente. Le forme sono inserite nello spazio e i volumi si dispongono attorno a un asse geometrico verticale, un nucleo determinato dal grande camino, il cuore della casa, rivestito e incassato nella roccia del luogo.
La casa è caratterizzata da soffitti bassi e corridoi stretti che costringono l’ospite a vivere appieno gli spazi interni, in alcuni parti è quasi claustrofobica. Le finestre della casa sono circa 300 e in ogni stanza è presente una parete interamente vetrata. La zona giorno occupa il lato nord dell’edificio; la stanza principale al piano terra è composta da varie tematiche: vi è uno spazio dedicato alla musica, la zona pranzo e la libreria. Il soggiorno ospita una scalinata ad effetto che permette di bagnarsi nell’acqua della cascata, dalla quale emergono sostegni di cemento e altri elementi portanti. Il pavimento, rivestito in pietra, riproduce il movimento dell’acqua della cascata.
La pietra si fonde con le strutture in calcestruzzo armato color beige che si amalgamano perfettamente insieme; così che la costruzione non può essere immaginata in nessun altro luogo se non in questo. Nel 1991 L’American Institute of Architects ha dichiarato la casa Kaufmann come “la migliore opera architettonica americana di tutti i tempi”. L’intera struttura della casa è una continua connessione tra spazi interni ed esterni, un’unione costante tra arte e natura: l’edificio fabbricato non deve oscurare la natura e viceversa. Essi si esaltano a vicenda, si completano creando un eccezionale effetto scenico.
Marica Di Giovanni