Una rivoluzione nel modo di fare arte: è questo che rivela lo stile di Mucha, uno dei pionieri dell’Art Nouveau, nella composizione di opere che raffigurano in maniera del tutto nuova delle “donne da fiaba”.
Quando, infatti, l’attrice Sarah Bernhardt commissionò al pittore il manifesto della sua prossima opera “Gismonda”, Mucha le presentò un poster in formato verticale, quasi a grandezza naturale, che rivelava una grande raffinatezza ed eleganza nell’uso delle linee e dei colori. In particolare, spiccano forme floreali, elementi bizantini e dettagli fitomorfi, cioè relativi a organismi vegetali, rivelando così una sorta di propensione alla personificazione di cose e idee.

Nel momento in cui gli viene chiesto di creare il Manifesto per “Gismonda”, Mucha deve fare i conti con numerosi concorrenti: viene scelto tra tanti e, nonostante il poco tempo a disposizione per mettere a punto l’opera, riesce a tirar fuori un vero e proprio capolavoro, ispirandosi ai grandi dipinti di stampo storico con ambientazioni teatrali, dai quali trasse le composizioni allegoriche con figure solitarie di donne idealizzate, e unendovi i tratti tipici della neonata Art Nouveau, “mettendoci del proprio”.

La Bernhardt rimase totalmente ammaliata dalla composizione, tanto da permettere all’artista di cambiare completamente vita. Fu così che il manifesto di Gismonda inondò le strade di Parigi il primo gennaio del 1895, riscuotendo un successo senza pari e consacrando Mucha come uno dei migliori cartellonisti di sempre. Egli, seguendo minuziosamente lo stile di Gismonda, compose altre opere, tra cui la Dame Aux Camélias, Médée e Tosca, nelle quali spiccava appunto la figura femminile, quasi a grandezza naturale, posizionata, come fosse una santa, in una nicchia rialzata e poco profonda.

Alphonse Mucha (Ivancice, Repubblica Ceca, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939), uno dei massimi esponenti della corrente dell’Art Nouveau (o Stile Liberty), si formò a livello artistico in Moravia e a Monaco di Baviera, per poi approdare a Parigi, fonte d’ispirazione dal valore inestimabile e culla di valori quali il benessere economico e l’ottimismo. Fu proprio nella capitale francese che Mucha diede vita a opere straordinarie, simbolo del gusto tipico della Belle Epoque, imprimendo loro uno stile nuovo e originale, che si legava perfettamente alla patina mondana e nostalgica dell’epoca.

Mucha fu capace di costruire, attraverso il suo poster di Gismonda, l’immagine di una donna forte e coraggiosa, quasi combattiva, con uno sguardo intenso e sensuale che la accomuna alle altre, ritratte col medesimo stile. Nella figura stessa della donna, sembra quasi di toccare con mano la morbidezza delle linee, assimilabile alla delicatezza delle carni, e la sinuosità delle curve, resa perfetta dalla maestria con cui il pittore ritrae il soggetto femminile, che si erge a emblema del particolarismo naturalistico tipico dell’Art Nouveu.

Chiara Pirani

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