Nightcrawler, uscito in Italia con il sottotitolo Lo Sciacallo nel 2014, segna il debutto alla regia per lo sceneggiatore Dan Gilroy e vede Jake Gyllenhaal come protagonista, in uno dei suoi ruoli più intensi.
Il film narra la storia di Lou Bloom, uno scapestrato che trova nel videomaking la possibilità di svolta per la sua vita. Non si tratta, tuttavia, di semplici video, ma di riprese dal vero di incidenti e disgrazie reali, filmate nei loro aspetti più crudi e violenti per poter poi essere rivenduti ai network televisivi, per creare servizi sensazionalistici. Lou fa così conoscenza con Nina (Rene Russo), la responsabile di tali servizi per un importante canale locale, la quale lo aiuterà nella sua carriera, cosa che il neo video maker prenderà molto sul serio, considerandola come un vero e proprio business e arrivando a ignorare completamente l’etica e la morale nel suo lavoro pur di ottenere successo.
Con una sceneggiatura intelligente, Gilroy riesce a mettere in scena un’opera che fonde insieme un ottimo thriller, una critica al pensiero arrivista tipico della società capitalista americana e una pungente satira sui media americani e, di conseguenza, sul loro pubblico e sul cinema stesso. Bloom è un self made man degli anni 2010, un uomo che si è formato su internet per costruire il proprio business, ma che, esattamente come i più spietati capitalisti, non si ferma davanti a niente pur di raggiungere i propri obiettivi. A differenza di un Jordan Belford di The Wolf of Wall Street, tuttavia, Bloom sembra non essere mosso da semplice avidità quanto piuttosto da un’energia viscerale, da una sorta di libido/destrudo che lo trasforma completamente: il personaggio di Gyllenhaal diventa l’esasperazione dei sentimenti malvagi che si celano negli uomini d’affari e negli “squali” americani, incarnando contemporaneamente la sete di morte e distruzione che caratterizza il suo pubblico di riferimento.
Un’opera amara ma entusiasmante, crudele ma divertente, che non mancherà di far riflettere su noi stessi e sul nostro ruolo di spettatori, oltre che su come, a volte, le ambizioni possano cancellare l’umanità dentro ogni persona, lasciando un’indelebile scia di violenza.
Alcune curiosità sul film:
- Jake Gyllenhaal ha perso 10 kili per interpretare il suo ruolo, fu una sua decisione dal momento che si immaginò il protagonista come un coyote affamato.
- Gyllenhaal viene visto raramente sbattere le palpebre in questo film, tecnica che usò anche sui film Donnie Darko e Prisoners.
- Durante la scena in cui il protagonista urla contro uno specchio rompendolo questo si è ferito la mano necessitando punti di sutura dopo un ricovero all’ospedale.
- Per apparire sempre sciupato sul set Gyllenhaal si allenava fino a 8 ore al giorno e giungeva sul set in bicicletta o correndo.
Marco Andreotti