Anche quest’anno arriva a Venezia l’evento che mette un focus sull’arte contemporanea, infatti siamo arrivati alla 57° Esposizione Internazionale d’Arte, aperta dal 13/05/2017 fino al 26/11/2017.

Per concludere le piccole informazioni di servizio, per gli studenti il prezzo è di 15 euro e il biglietto vale sia per l’accesso alla zona dell’Arsenale sia per i giardini.

Il percorso infatti si divide in due zone, dove sono esposti alcuni padiglioni nazioni e altri invece strettamente tematici.

In una giornata, ammetto, è difficile riuscire a vedere tutto quanto, ma se si ha tempo ne vale davvero la pena.

Le opere esposte variano tantissimo per tematiche e materiali, vi sono alcune proiezioni di videoarte, dipinti, sculture in vario materiale dal marmo a strutture in stoffa, fino a installazioni davvero imponenti.

La tematica che ho percepito maggiormente, nel primo padiglione soprattutto, è un ritorno alle origini, alla ricerca delle comunità tribali e allo stare assieme nei valori di una comunità piccola e quasi “ancestrale”.

Sono stati molto interessanti anche i padiglioni nel giardino “Padiglione degli Artisti e dei Libri” e “Padiglione delle Gioie e delle Paure” con introspezioni interessanti sulla psicologia umana e sul rapporto con la collettività, mentre ho trovato più particolari e più personali, quelli nazionali dove spiccava la tradizione le iconografie classiche dello stato/area di analisi riviste in chiave contemporanea.

Lo consiglio in maniera spassionata. Una volta nella vita bisogna vederla.

E alla domanda classica “cos’è l’arte contemporanea? “ con la sua relativa risposta “Non è più arte questa!” risponderei che dipende cosa si è visto. Che le necessità e ciò che si desidera esprimere oggi non sono più le idee di anche solo un secolo fa.

Non si fa più così tanto riferimento alla religione o a certe virtù da mettere in luce, perché la società è cambiata. Si mette più focus ai tabù del sesso, della droga, dell’appartenenza ad una nazionalità rispetto ad un’altra o al consumismo tipico di questi decenni.

Apriamo gli occhi, e cerchiamo di capire anche i retroscena dell’arte contemporanea e a non pensare solo:

 “Io lo avrei fatto meglio!”.

 

Agnese Monari

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