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Parliamo dell’ultimissimo cinecomics dei Marvel Studios: Thor Ragnarok (o volendo con una punta di amara ironia: Guardiani della Galassia vol. 2½), diretto da Taika Waititi.

Nei fumetti è l’arco narrativo più tragico del dio del tuono, che possiamo dire si sviluppi dal #40 di Thor vol. 2 dell’ottobre 2001, e termina con il #85 sempre di Thor vol. 2 del dicembre 2004.

Ma partiamo dal principio.
Geloso del fratello Thor, Loki si mette in viaggio alla ricerca della mistica fucina dei nani, dove venne creato Mjolnir, per poter a sua volta creare un’arma in grado di contrastare il fratello. Loki impossessatosi della fucina, creerà a sua volta una serie di martelli magici, e ciò darà il via al Ragnarok (l’apocalisse Asgardiana). Loki scontrandosi con il fratello riesce a distruggere Mjolnir. Il Dio del Tuono quindi comprende che ha bisogno di più potere per fronteggiare il fratello. Sacrificando uno dei suoi occhi, riceve la coscienza di Odino, un potere capace di vedere passato presente e futuro. Grazie a questo, Thor riesce a vedere le trame del fato scoprendo che questo non è né il primo né l’ultimo Ragnarok che gli Asgardiani dovranno affrontare. Coloro che siedono in alto nell’ombra (gli  Æsir) traggono infatti il loro potere da questo ciclo infinito di vita e morte. Il dio del tuono decide di porre fine a questo ciclo infinito dichiarando guerra agli Æsir: per farlo si reca da Surtur, che ricrea il suo martello. Ottenuta la sua arma, Thor distrugge il “Telaio del Fato”. Questo evento però causa anche la sua fine donando così a Thor una morte eroica ed una gloria eterna nel Valhalla.

Questa è la sinossi del fumetto: ben diversa da quella che ci viene presentata nel film.
Al contrario nel terzo capitolo cinematografico del tonante c’è un tentativo di staccarsi dall’immaginario epico di Thor e da quel poco di shakespeariano che Kenneth Branagh aveva messo nel primo film.

Thor Ragnarok tra fumetto e cinema (foto 2).jpg

Questo distaccamento emerge già dalla locandina, che ci mostra un design simile a quello dei Guardiani della Galassia. Questa tendenza, si sta radicando sempre più nei film della Marvel, ovvero una sorta di replica della vincente formula adottata da James Gunn, applicata a personaggi che non sono adatti a una tale caratterizzazione. Ciò che ne viene fuori risulta un’accozzaglia di battute imbarazzanti, che non fanno ridere, e momenti comici che in questo film (la cui atmosfera DEVE essere drammatica) non dovrebbero esserci; una caratterizzazione dei personaggi quasi inesistente; o ancora brani rock utilizzati in modo errato.

Thor Ragnarok tra fumetto e cinema (foto 3).jpg

Il film inoltre si mescola a un’altra importantissima saga a fumetti della “La Casa delle Idee”,  Planet Hulk. Saga fumettistica che nulla c’entra con quella del figlio di Odino, e che a mio avviso poteva benissimo essere meglio sfruttata in un altro film incentrato completamente sul gigante verde.
Dovendo dare un giudizio non possiamo far altro che ammettere che al giorno d’oggi Thor Ragnarok si presenta come uno dei film del MCU meno riusciti, ovviamente non è inguardabile, ma è ben lontano da quello che ci si sarebbe aspettati da un film basato su una simile saga.

 

Tommaso Amato