Big mouth è una serie animata statunitense, originale Netflix, pubblicata sulla medesima piattaforma il 29 settembre 2017. La serie, creata da
Nick Kroll e Andrew Goldberg, ha già riscosso enorme successo e ottenuto il rinnovo per una seconda stagione, che vedrà luce nel 2018 (data da definirsi).
Le righe che seguono non sono volte alla semplice recensione di questo determinato prodotto audiovisivo, bensì a tentare di valorizzarne il contenuto e a spiegare le motivazioni in base alle quali ho trovato questa serie accattivante e geniale sotto diversi punti di vista.
Il contesto in cui ci troviamo è quello dell’adolescenza: un tema che è (o è stato) piuttosto scottante e difficile per molti di noi. I due autori hanno, infatti, creato molte delle gag e degli aneddoti della serie, ispirandoli direttamente ad esperienze derivanti dalla propria pubertà, trascorsa nella periferia di New York.
Per riuscire nella comprensione e nell’apprezzamento di Big Mouth, mi sembra sia doveroso precisare fin dall’inizio che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, la serie non si pone come destinata all’istruzione e alla formazione sessuale: nonostante i protagonisti siano un gruppo misto di ragazzini alle prese con la scoperta e i cambiamenti del proprio corpo (e con tutto ciò che comporta questa fase della vita), la scrittura non va per il sottile, nulla viene filtrato.
In questa serie irriverente vengono trattate tematiche quali il sesso, la masturbazione maschile e femminile, le mestruazioni, l’orientamento di genere, le fantasie e le pulsioni sessuali, abbinando le immagini ad un linguaggio che non censura, né omette quello che, invece, eviteremmo di dire nella vita di tutti i giorni.
Credo che il punto forte di Big Mouth sia proprio questo: parlare ad un pubblico abbastanza adulto e tentare di sdoganare, rendere accettabili e “normali”, tabù che fanno ancora parte del nostro quotidiano, nonostante l’adolescenza (e tutto ciò che essa comporta) sia finita da un pezzo.
Per questo motivo, mi sento di dire che il target di Big Mouth sia quello adulto. Nella società odierna, il tema della sessualità rappresenta ancora un tabù per molti di noi, una tematica difficile e ostile che viene spesso trattata con poca chiarezza e lungimiranza. Questa serie, con una buona dose di schiettezza e sfrontatezza, ci conduce ad un’analisi del tema “sesso”, ma anche di tutte le emozioni e sensazioni ad esso collegate, accompagnandoci in questo percorso che parte dal puro elemento erotico e sessuale e culmina nella conoscenza e consapevolezza di noi stessi. Infine, trovo che Big Mouth sia rivolto ad un pubblico adulto perché spesso offre citazioni e spunti che un pubblico realmente adolescente non potrebbe cogliere al meglio (come la disparità di genere, la pressione sociale alla quale siamo costantemente sottoposti, ma anche la semplice presenza del fantasma di Duke Ellington).
In ultimo, per entrare brevemente in un discorso più tecnico, trovo che i personaggi siano caratterizzati in maniera ottimale, capaci di strappare fragorose risate perché, con un humour scomodo e nonsense, rendono perfettamente l’idea dell’universo che è l’adolescenza: quel periodo in cui ognuno di noi si sente perso, spesso vuoto e senza certezze né punti di riferimento.
Il compito di questi piccoli ragazzi sarà proprio quello di offrire, a noi adulti, spunti di riflessione, oltre che il risveglio stesso di ricordi personali traumatici vissuti durante la pubertà. L’humour non manca mai, ma è sempre accompagnato da una morale di fondo.
L’unico “lato negativo” di questa serie provocatoria ed esplosiva, a mio avviso, potrebbe essere dato dal design e dallo stile utilizzato nella rappresentazione del materiale visivo, piuttosto semplice e classico, anche se piacevole e con una cura dei dettagli degna di nota.
Assolutamente consigliata.
Virginia Ciacci