Donna davanti allo specchio

Nel 1754, epoca in cui in Europa vanno diffondendosi la cultura Neoclassica e Romantica, anche nella piccola Danimarca, che fino ad allora era rimasta avvolta nell’anonimato per quanto riguarda le arti figurative, si assiste a una svolta. In quell’anno, infatti, i pittori Jens Juel e Nicolai Abilgaard fondano la Reale Accademia Danese di Belle Arti di Copenhagen. Fino a quel momento le produzioni pittoriche erano state per lo più destinate alla poco esigente borghesia danese, che richiedeva dipinti di dimensione medio-piccola raffiguranti sereni paesaggi, interni modesti, semplici ritratti.

Il protagonista principale di questa svolta è senza dubbio il pittore Christoffer Wilhelm Eckersberg, oggi considerato il “padre della pittura danese”. Nato nel 1783 nella piccola cittadina di Blåkrog, a 20 anni si trasferisce a Copenhagen, desideroso di intraprendere la carriera di pittore. Qui impara ben presto a padroneggiare luce, linea e composizione nel contesto della pittura paesaggistica. Nel primo ‘800 emerge come miglior talento pittorico in patria, ottenendo quindi l’opportunità di recarsi presso il grande pittore Jacques-Louis David, a Parigi, nel 1810. In seguito resterà a Roma dal 1813 al 1816, entrando in contatto col celebre scultore Bertel Thorvaldsen, suo connazionale, che all’epoca si trovava lì.

Rientrato a Copenhagen, Eckersberg assume un ruolo di primaria importanza all’Accademia di Belle Arti, sostenendo sia lezioni di paesaggio che di figura, studiando la prospettiva e pubblicando piccoli manuali per i suoi allievi. Nei suoi dipinti vediamo figure quasi scultoree, di una bellezza idealizzata, inserite in paesaggi equilibrati e luminosi o in interni intimi e accoglienti. Sono proprio queste ad essere le favorite dal pittore nella fase centrale della sua carriera. Partendo dalle basi Neoclassiche arriva a sviluppare un particolare tipo di Romanticismo, che non è mai morboso o drammatico, bensì delicato e garbato.

Il suo dipinto più famoso è Donna davanti allo specchio (in danese En nøgen kvinde sætter sit hår foran et spejl, ovvero Una donna nuda si sistema i capelli davanti a uno specchio) che ho avuto occasione di vedere dal vivo un paio di anni fa presso la Collezione Hirschprung, museo dove è conservato. Una parte della descrizione la sto infatti conducendo con l’ausilio di una piccola guida comprata lì, traducendo dal danese all’italiano la descrizione del quadro qui presente.

Eckersberg lo dipinse nell’arco di una settimana nel settembre del 1841, in concomitanza con le sessioni di ritratto di modelle dal vivo che aveva tenuto con alcuni allievi nel corso dell’estate. In passato i giovani artisti non avevano potuto sostenere lezioni di pittura all’Accademia, in quanto qui si disegnava e basta. Ma prendendo esempio dalla Francia, nel 1822 si riuscì ad organizzare una scuola di pittura e dal 1833 gli studenti poterono iniziare a ritrarre modelle dal vivo, come faceva Eckersberg stesso, il quale poi era solito inserire i ritratti in uno scenario intimo e quotidiano. In Donna davanti allo specchio è raffigurata Florentine, la modella favorita dal pittore a quel tempo.

La sua posa ricorda quella della Venere di Milo, che lui stesso aveva contribuito a procurare all’Accademia nel 1827, e appartiene alla lunga tradizione di fanciulle colte nell’atto di specchiarsi, sorta già nel corso del Rinascimento. L’originalità di questo quadro risiede però nel fatto che la ragazza non stia fissando la sua immagine riflessa, bensì guardi verso il basso. L’opera è tutta basata su ciò che si riesce a vedere e ciò che non si vede, quel che è scoperto e quel che è coperto, sulla ripetizione di forme e su equilibri diversi. L’artista si è servito con maestria della luce e delle ombre, effettuando calcoli accurati per modellare la forma della bella schiena di Florentine. Il gesto elegante con cui si sistema i capelli e la linea pura del suo nudo fanno pensare alle deliziose figure del pittore francese Jacques-Auguste-Dominique Ingres, ammirato molto da Eckersberg, il quale però, con grande rammarico, come scrisse nel suo diario, non era riuscito a incontrarlo nel corso del suo soggiorno parigino.

Il pittore danese muore a Copenhagen nel 1853 in un periodo in cui anche gli artisti danesi si stanno gradualmente avvicinando alla pittura en plein air, portata in auge dagli impressionisti francesi.

Uno dei motivi per cui l’arte danese non è molto nota e non viene particolarmente studiata al di fuori dei paesi scandinavi risiede nel fatto che la maggior parte delle opere si trova in patria e in special modo a Copenhagen. Se vi capiterà mai di fare un viaggio nella capitale, vi consiglio di visitare lo Statens Museum for Kunst, la Ny Carlsberg Glyptotek, la Collezione Hirschprung e il Thorvaldsens Museum.

Giulia Spinello

 

      

 

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