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L’opera di oggi è “Le tre età della donna“, un vero e proprio capolavoro olio su tela che porta la firma del pittore austriaco Gustav Klimt. Il dipinto, che risale al 1905, è conservato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Il quadro mostra tre personaggi femminili, filtrati attraverso gli occhi e il pennello dell’autore, tenendo ben presenti gli effetti del trascorrere del tempo. A sinistra, la prima ad essere nata, la donna anziana, generatrice delle altre, con il ventre rigonfio, il corpo magro, i capelli lunghi e la mano sul volto, a coprire gli occhi.

A destra, le altre due figure, rappresentanti la maternità e l’infanzia: a impersonare la prima è una giovane donna, con i capelli color rame ornati di fiori, che, con gli occhi chiusi, poggia la testa su quella della bambina che tiene in braccio, l’infanzia, appunto, cingendola in un abbraccio carico di significato.

Ciò che colpisce maggiormente, nell’osservazione del dipinto, è l’uso del colore, abbinato agli stadi della vita della donna. Mentre, infatti, per rappresentare l’anziana Klimt fa uso di tonalità cupe e delle diverse gradazioni del marrone, nel dipingere le altre due figure femminili predominano il bianco della pelle, liscia e levigata, e il mix di colori che sembra cingere l’abbraccio tra madre e figlia in un ulteriore abbraccio…di colori e forme.

L’opera presenta un modo di tratteggiare le figure composito e attento ai dettagli, e risulta fortemente divisa in due parti, che simboleggiano la vita e la morte, la giovinezza e la vecchiaia, il colore e l’assenza di colore.

Gustav Klimt (Baumgarten, 14 luglio1862 – Vienna, 6 febbraio 1918) è uno dei massimi rappresentanti della secessione viennese, e propone, in quello che viene definito il suo “periodo aureo”, una forte bidimensionalità, che si arricchisce dando maggior peso alle campiture, alla dominanza delle figure femminili e all’uso di simboli; nella fase matura, invece, cioè quella in cui venne dipinta anche l’opera sopra citata, troviamo figure asciutte e sintetiche, e un decorativismo che si materializza in sete pregiate e pietre preziose.

Ne “Le tre età della donna”, si può scorgere un rimando al ciclo della vita: la donna anziana, forse ormai prossima alla morte, ponendosi la mano sugli occhi sembra essere consapevole di non poter più partecipare alla gioia della vita, rappresentata dalle altre due figure femminili, che invece simboleggiano un inno alla vita stessa, un legame indissolubile, che neppure la morte può spezzare.

                                                       Chiara Pirani

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