Edito da Feltrinelli, uscito il 24/1/2019
Il primo lo ammazzarono a bastonate perché aveva citato Spinoza durante un talk show.
Un romanzo umoristico e distopico questo di Giacomo Papi, racconta di un Italia futura in cui i nemici, dopo gli immigrati, le ONG e le “famiglie omosessuali“, sono diventati gli intellettuali.
La cultura non è più necessaria: appesantisce le giornate, già piene di stress, dei cittadini. Le numerose parole della nostra lingua sono definite un orpello inutile che alimenta il distacco dell’élite intellettuale o, com’è definita nel libro, dei radical chic.
Viene per questo indetto, dopo una serie di omicidi di persone colte, un censimento di questa categoria (vi suona familiare vero?) con l’auspicio di creare una sorta di squadra speciale per la sua protezione.
Tutto questo limitare la cultura è utile per controllare sempre più la società.
“Perché le emozioni sono facili, elementari, se impari i trucchi, le puoi governare, mentre i pensieri rimangono liberi, vanno dove dicono loro e complicano le cose. Dove comanda la ragione la statistica muore.”
Da questo substrato si dipanano le avventure dei diversi personaggi: la figlia e il migliore amico del primo intellettuale ucciso, il rivoluzionario Cosma ed il Ministro dell’Interno.
Durante la lettura, si troveranno delle parole o dei periodi barrati, poiché ritenuti troppo complicati dall’Autorità Garante per la Semplificazione della Lingua Italiana, la comparsa di questa figura verrà spiegata in uno dei primi capitoli del libro.
“Questo libro non contiene parole difficili.” Autorità garante per la Semplificazione della Lingua Italiana. DL, 17/6, n. 1728.
Tanti particolari mi hanno fatto sentire questo libro, sfortunatamente attuale, nonostante sia ambientato nel futuro.
Il degrado della cultura nel nostro paese è tangibile, italiani che leggono libri ce ne sono sempre meno, così come gli investimenti per la cultura, per non parlare infine di movimenti e gruppi su Facebook come no vax, terrapiattisti e mamme pancine.
“Mille volte nella nostra vita ci è accaduto di ascoltare discorsi idioti. Ma ogni volta sapevamo che, attraverso la parola, la ragione ed il dialogo, la presenza dell’ala dell’imbecillità si sarebbe attenuata, fino a farsi riassorbire nei confini del ragionevole.”
Si dà sempre meno credito a chi ha studiato più di noi ed è esperto sull’argomento: a che servono le lauree se Google risponde a tutte le nostre domande?
Tutto ciò preoccupa e mi preoccupa: questo argomento dovrebbe toccare tutti. Dovremmo aprire gli occhi e farli aprire a quanti più possibile: questo libro potrebbe aiutare. Affronta un argomento importante in circa 140 pagine, è leggero ed ironico, speriamo non sia predittivo.
Ancora adesso quando mi domando a che cosa serva la cultura, l’unica risposta possibile mi sembra questa: la cultura è una strada o un contenitore che cerca di ricondurre a ragione gli istinti di cui pure è formata, e di riportare all’interno della civiltà le spinte che vorrebbero azzerarla.
Claudia Morbiato
Tremo…. speriamo che non si avveri come è successo per altri libri del genere pubblicati anni fa…
Orwell docet
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