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Oggi parleremo di Hellboy, in occasione dell’uscita nelle sale del reboot di Neil Marshall.
Hellboy, per gli amici “Red”, è un personaggio dei fumetti creato da Mike Mignola nel 1993 per la sezione Legend della casa editrice Dark Horse.
Hellboy è il nome che il professor Trevor Bruttenholm diede al demone infernale Anung Un Rama, quando questo venne evocato sulla Terra il 23 dicembre 1944 da Rasputin, che all’epoca collaborava con la divisione Ahnenerbe delle SS, il cui scopo era quello di cambiare le sorti della guerra (“Progetto Ragnarok“); il demone, tuttavia, venne sottratto ai nazisti dagli alleati quando era ancora un cucciolo, e in seguito venne cresciuto da Bruttenholm come se fosse suo figlio, in una base dell’esercito degli Stati Uniti nel Nuovo Messico.

Una volta adulto, Red diventò il miglior detective del Bureau of Paranormal Research and Defense, all’interno del quale hanno militato anche Elizabeth “Liz” Sherman (pirocinetica), Abraham “Abe” Sapien (umanoide anfibio), Johann Kraus, un androide meccanico tedesco che manipola e controlla i metalli con il suo fumo, e Roger, un omuncolo ritrovato in un castello in Romania.
L’aspetto di Hellboy, se si pensa alla sua natura, è molto particolare: è molto alto (circa 2 metri), pelle rossa, una lunga coda, due grandi corna ricurve che accorcia periodicamente e al posto dei piedi ha zampe caprine. Un’altra particolarità è il suo enorme avambraccio destro, fatto di un materiale durissimo e sconosciuto, che rappresenta il suo retaggio demoniaco. È dotato di forza sovrumana, di una resistenza notevole e possiede un fattore rigenerante che tuttavia non lo rende totalmente invulnerabile. Tutto questo lo porta a invecchiare molto più lentamente rispetto ai normali esseri umani. Possiede anche grandi capacità investigative ed è un esperto in campo paranormale e nell’utilizzo di armi sia bianche che da fuoco. Il suo abbigliamento tipico è composto da un impermeabile da investigatore e calzoni corti.

 

Hellboy (Comics) (1)

Il personaggio esordì in una miniserie di quattro volumi, Hellboy: Seed of destruction, realizzata da Mike Mignola nel 1994, alla quale seguirono nel tempo altre brevi miniserie o numeri unici fino al 2007. Nel terzo e conclusivo albo della miniserie The Fury Hero, pubblicato nell’agosto 2011 dalla Dark Horse Comics, venne deciso da Mignola che il suo pupillo doveva morire. Infatti la morte del personaggio è sempre stata in programma da parte dell’autore, che aveva già da tempo dichiarato che le storie del diavolo rosso sarebbero continuate all’Inferno, in una nuova serie regolare dal titolo Hellboy in Hell, che ha esordito nel 2012.

Cosa dire invece riguardo al nuovo film? Beh, diciamo che trasmette quello stato d’animo misto di ansia ed eccitazione tipico di ogni fan quando si trova di fronte alla trasposizione cinematografica della sua opera preferita: da un lato un’infinita gioia nel vedere realizzato un film su quell’argomento, mentre dall’altra parte il timore di vederlo rovinato. E senza dubbi si può affermare che l’Hellboy di Neil Marshall ha sbagliato epoca, arrivando con circa un ventennio di ritardo.
Il reboot si è lasciato quasi completamente alle spalle le belle atmosfere fantasy ed incantate della dilogia del “rosso” di Del Toro, con i suoi particolari codici narrativi e di caratterizzazione dei personaggi, per abbracciare atmosfere più splatter, con un ritmo sfrenato quasi da spaccone. Per di più, l’abbondanza eccessiva di creature mostruose, presenze paranormali e luoghi dark, rovina quel fascino gotico e oscuro, quasi lovecraftiano e a volte dantesco, tipico dei fumetti di Hellboy.

Altro problema principale è il ritmo narrativo, troppo rapido, con continue fan service e citazioni sia al fumetto che alla cultura pop, che lasciano ben poco spazio a dialoghi più profondi. Nonostante ciò, il dramma del protagonista che rifiuta il proprio destino, che nasconde un animo buono sotto l’abito da spaccone è stato mantenuto fedelmente, nonostante sia una delle tante sfaccettature presenti nel personaggio di Mignola.
Che dire infine, Hellboy è un film che intrattiene e che apre uno spiraglio per futuri sequel. Un film che tuttavia non è riuscito a radicarsi come al tempo lo fece l’Hellboy di Del Toro.

La pellicola è presente nelle sale dall’11 aprile.

Tommaso Amato

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