Edito da Mondadori
Pubblicato il 18/9/2018
Ultimo libro di Aldo Cazzullo, inviato ed editorialista del “Corriere della sera”.
Mi approccio alla lettura con molte aspettative: con “Le donne erediteranno la terra” questo autore mi ha avvicinata alla saggistica letta tutta d’un fiato.
“Giuro che non avrò più fame” parla di due epoche, confrontandole: il periodo post-bellico dal 1948 e il periodo post-crisi del 2018.
Tutto il libro si fonda sulla citazione di “Via col vento” che ne diventa il titolo: la promessa dei giovani di quell’epoca che non volevano avere più fame, che volevano migliorare la loro condizione, ma soprattutto quella dei loro figli.
Cazzullo alterna capitoli storici ad altri in cui racconta la vita popolare del periodo successivo alle due guerre mondiali. Si focalizza sul momento delle elezioni del 18 aprile 1948, sul dualismo Italiano tra democrazia cristiana e il partito comunista, con tutti i drammi che ne sono suscitati. Racconta brevemente le vite di alcuni personaggi di spicco dell’epoca: Valletta, Olivetti, Mattei, Lina Merlin, Einaudi.
Fa sentire anche l’aria internazionale, parlando dello stato di Israele, delle Olimpiadi di Londra, dell’indipendenza dell’India e infine della corsa alla presidenza di Truman negli Stati Uniti.
Alleggerisce con la cultura popolare: dedica capitoli allo sport, raccontando del Grande Torino e del ciclismo italiano, e al cinema, riportando lo scontro professionale e personale tra Anna Magnani e Ingrid Bergman, e dell’Italia che ricomincia a divertirsi con Totò, Macario, Sordi e tanti altri.
Ricava, però, troppo poco spazio per parlare dei tempi attuali: dedica solo un paio di capitoli e qualche menzione qua e là. Quindi il confronto tra le due epoche risulta inefficace. Il libro è scorrevole, la lettura è interessante e non risulta pesante, nonostante si tratti di un saggio storico.
Mi aspettavo qualcosa di più approfondito, invece ci sono tante vicende e storie trattate in modo superficiale. Si tratta sì di un utile ripasso della storia di quel periodo, ma ciò risulta banale se la conoscenza in quell’ambito è già profonda.
Ho apprezzato molto il capitolo sette, “L’ascesa delle donne, da serve a regine”, dedicato alle donne, che rappresenta un omaggio alle nostre madri o alle nostre nonne.
Mi è piaciuta anche l’idea da cui è scaturito il titolo, dopo la povertà in cui si trovava l’Italia, a seguito delle due guerre mondiali, che rappresenta una vera e propria promessa: “Giuro che non avrò più fame”, giurò che ce la metterò tutta per migliorare la mia situazione, giuro che i miei figli avranno il meglio, giuro che i miei nipoti saranno migliori di me e dei loro genitori.
Lo definirei un libro semplice e per tutti: semplice perché si legge con trasporto, per tutti perché è un prodotto per il pubblico di massa.
L’ho comunque apprezzato, nonostante la sua semplicità e a volte superficialità, poichè fa sorgere delle riflessioni, e riflettere un po’ di più, al giorno d’oggi, è un buon inizio per sollevarsi e riscattarsi.
Claudia Morbiato