Il pittore francese Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa, ai più noto solo come Henri de Toulouse-Lautrec, è stato uno dei principali esponenti dell’arte di fine Ottocento. Il suo dipinto intitolato Al Moulin Rouge, realizzato tra il 1892 e il 1895 e conservato all’Art Institute di Chicago, è emblema della vita parigina dell’artista, trascorsa nei locali di Montmartre.
Il pittore, affascinato particolarmente dalla comédie humaine che gravitava attorno al Moulin Rouge, noto locale notturno aperto nel 1889, amato e frequentato sovente dai parigini, tenta di catturare nel dipinto attimi di quella vita trasgressiva che caratterizza il posto, soffermandosi sulla sua nuda e cruda realtà, sull’istante vissuto in prima persona. L’artista, infatti, si autoritrae sullo sfondo della scena insieme a suo cugino, dipingendosi, però, visibilmente più alto che nella realtà: egli soffriva di picnodisostosi, una malattia genetica delle ossa non dissimile dal nanismo, che venne in seguito denominata proprio “sindrome di Toulouse-Lautrec”.
Al Moulin Rouge ritrae un tavolo, attorno al quale siede un gruppo di amici del pittore, anch’egli, appunto, presente sullo sfondo, come pure la ballerina soprannominata La Goulue, che si guarda allo specchio. Significativi ed evidenti i debiti nei confronti del dipinto L’assenzio di Edgar Degas, principalmente ravvisabili nel taglio dato all’inquadratura.
L’atmosfera appare, inoltre, intrisa degli odori tipici di un locale notturno, ed emerge, forte, il gusto bohémienne tipico dell’artista.
Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901), superando i dettami della corrente impressionista, si concentrò sul mondo dei cabaret parigini, preferendoli, all’interno delle sue opere, ai campi all’aria aperta.
Consapevole dei suoi limiti e della sua immaturità pittorica, prese lezioni, nell’aprile del 1882, da Léon Bonnat, pittore che godeva di una grande popolarità nella Parigi dell’epoca: gli screzi con il maestro non furono pochi, ma contribuirono anch’essi, molto probabilmente, ad accrescere quello che si presentava già come un grande talento grafico e pittorico. Lautrec frequentò, in seguito, l’atelier di Fernand Cormon, pittore da salotto particolarmente illustre, e ne fondò uno a Montmartre, nel gennaio del 1884.
Il fascino di Al Moulin Rouge, nel suo complesso, è rappresentato dalla dominanza del colore verde, che contribuisce a dare alla scena un aspetto quasi surreale, pur trattandosi di uno spaccato di vita quotidiana: il verde non tinge solo velluti e tappezzeria, ma anche il volto della donna in primo piano, che appare, per questo, ancora più ricco di un particolare fascino.
Toulouse-Lautrec si mostra, quindi, come un vero e proprio maestro nel cogliere l’atmosfera decadente e affascinante delle notti di Parigi, fatta, oltre che di lusso e di piacere, anche di sottile tristezza e di velata solitudine, ravvisabile anche dalle pennellate impresse sulla tela, che sembrano avere vita propria, simile a quella sregolata e anticonformista prediletta dall’artista.
Chiara Pirani