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Il 2018 è stato un anno particolarmente faticoso per l’industria cinematografica italiana. Terminato con un calo negli incassi complessivi del 4.98% rispetto al 2017 (un divario che si allarga addirittura al 16.01% se il confronto viene relativizzato al 2016), registrando il peggiore risultato dal 2006. Una buona parte di questa decrescita è dovuta ad un periodo estivo decisamente problematico, durante il quale la carenza di schermi operativi ha generato la consueta emorragia di pubblico. La flessione riguardante il numero di presenze in sala durante la scorsa estate si è rivelata, però, paurosamente drastica; il periodo giugno/luglio/agosto ha mostrato una recessione del 6.28% rispetto all’anno precedente, con il picco negativo nel mese di luglio, durante il quale gli incassi sono sprofondati del 35.23%.

Uno scenario condiviso anche da altri paese europei (soprattutto la Germania), ma diametralmente opposto a quello del box office nordamericano, che proprio nel periodo tra maggio ed agosto riscontra i propri migliori risultati, motivo per il quale in questo interludio vengono piazzati i prodotti più appetibili (tentpoles) della stagione. Situazione che ha del paradossale, considerato che quasi i due terzi dell’incasso annuale delle sale italiane deriva da pellicole statunitensi. Film che non vengono distribuiti in concomitanza con l’uscita nel mercato domestico, ma nella maggior parte dei casi subiscono un rinvio alla stagione autunnale. La carenza di titoli di forte richiamo e la conseguente chiusura di buona parte delle sale cinematografiche ha relegato l’estate ad un ruolo marginale della stagione cinematografica nostrana.

Per far fronte a questa pesante carenza, il Ministero per i Beni Culturali, in sinergia con le associazioni dei produttori e degli esercenti, ha deciso di lanciare il progetto definito come “l’estate della svolta”. Un’iniziativa attraverso la quale si cerca di promuovere l’importanza della sala cinematografica in qualsiasi periodo dell’anno, ottenibile grazie ad una programmazione omogenea, che comprenda anche i mesi estivi nelle finestre d’uscita per i titoli più forti. La sua attuazione è legata proprio alla presenza di quelle pellicole americane di grande richiamo, le quali in questa occasione non saranno soggette alla consueta procrastinazione all’autunno, ma usciranno durante i mesi generalmente meno sfruttati.

Un’iniziativa di cui già si era parlato all’interno del comunicato stampa diffuso da ANEC, ANEM e ANICA relativo all’andamento degli incassi cinematografici del 2018, nel quale veniva riportato:

La stagione estiva è stata negli ultimi anni anche la principale nota dolente del mercato italiano: nel 2019, l’industria vuole investire ed esprimere fiducia in una svolta nei consumi. Le aspettative positive per l’anno appena iniziato sono quindi fortemente radicate nella prospettiva di una positiva estate 2019, cui fortissimamente e unitariamente hanno lavorato gli operatori della filiera in confronto costruttivo con Governo e Istituzioni, con un piano di programmazione e promozione che finalmente vedrà i 5 mesi tra aprile e agosto primeggiare nell’appetibilità dell’offerta.

Nonostante da più parti giungano voci riguardo la volontà di riempire la stagione anche con film italiani di grande richiamo, pare evidente che i titoli su cui si punta maggiormente siano quelli derivanti dalle produzioni statunitensi, come si può riscontrare dal video promozionale pubblicato sul sito  Estate di cinema.

Andrea Pedrazzi

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