La Basilica di San Vitale a Ravenna, un angolo di paradiso in Terra (presbiterio)

Edificata tra il 525 e il 530 dal vescovo Ecclesio e finanziata dal ricco banchiere Giuliano Argentario, la Basilica dedicata al Santo romano si stanzia nel cuore di Ravenna come un monumento non solo alla gloria e al prestigio dell’impero bizantino, ma come tributo stesso all’arte e alla storia. Consacrata nel 548 dal vescovo Massimiano, la chiesa è un continuo richiamo all’architettura orientale, in cui spicca in primis il nucleo centrale a pianta ottagonale sormontata da una cupola in tubi fittili e non più quella a tre navate tipica delle chiese di quel periodo. La decorazione della cupola non è tuttavia risalente al resto delle decorazioni, in quanto venne affrescata nel 1780 dai bolognesi Barozzi e Gandolfi e dal veneto Guarana con festoni floreali che creano un effetto tridimensionale suggestivo.

Quello che più risalta e affascina di questa chiesa sono gli splendidi mosaici, che rivestono le pareti e la volta del presbiterio, e la conca absidale: qui su un fondo dorato si trova Cristo seduto su di un globo dai toni turchini, posato su una roccia da cui sgorgano quattro sorgenti d’acqua. Ai suoi lati si trovano San Vitale e il vescovo Ecclesio che regge un modellino della chiesa.

Nella parte inferiore, uno per lato, sono collocati i due quadri imperiali. A destra, nel mosaico di Teodora, l’imperatrice è accompagnata da due dignitari di corte, ricoperta da un abito purpureo, il cui orlo è decorato nella parte basse dalla scena dei tre magi che offrono i doni (la stessa immagine la si può trovare in una delle scene nella chiesa di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna), parallela al gesto di offerta dell’imperatrice che porge un grande calice dorato. Un nimbo le circonda la testa coronata dal diadema imperiale e da lunghe fila di perle. Le dame di corte al seguito della basilissa portano la dalmatica e il pallium: di queste, le due più vicine a Teodora si distinguono dalle altre non solo per l’abbigliamento ma anche per i lineamenti del volto e per le dimensioni con cui vengono rese. Di fronte, sulla parete sinistra, si svolge l’azione dell’offerta dell’imperatore: la tecnica scenica è simile, ma la composizione è molto più complessa. Prima di tutto è più affollato e il centro ideale non è così netto, in quanto vi sono due personaggi che emergono a pari merito, ovvero l’imperatore Giustiniano e il vescovo Massimiano. Il basileus procede da sinistra, sorreggendo un’ampia paterna dorata, seguito da due patrizi e dalla guardia imperiale armata di scudi e lance. Da destra, avanza invece il vescovo, vestito di pallium pontificale, mentre regge una croce.
Nell’arco che introduce al presbiterio, due delfini sono annodati per le code e nell’intervallo incorniciano sette medaglioni per lato, raffiguranti i dodici apostoli e i due martiri Gervasio e Protasio; alla sommità, il busto di Cristo circondato da un cerchio iridescente.

La Basilica di San Vitale a Ravenna, un angolo di paradiso in Terra (cupola)

Il presbiterio può essere suddiviso in tre ordini, che seguono in disegno decorativo: la parete, la loggia, la volta. Nella parete sinistra, all’interno della grande lunetta che poggia sulla trifora pavimentale inferiore, sono raffigurati due episodi biblici della vita di Abramo, uniti in un’unica visione continua: il pranzo offerto da Abramo a tre pellegrini e il sacrificio di Isacco. Ai lati della lunetta si trovano il profeta Geremia e Mosè sul Sinai che riceve le leggi da Dio, mentre in basso si trovano i rappresentanti delle dodici tribù di Israele. Nella parete destra viene ripetuto lo stesso schema: la lunetta raffigura una scena della genesi, con l’offerta di Abele e quella di Melchisedech mentre compie un sacrificio, dove entrambi sono ai lati di un altare centrale, su cui cala dal cielo la mano divina in segno di accettazione. Ai lati della lunetta troviamo il profeta Isaia e Mosè che si toglie i sandali mentre si avvicina al roveto ardente.
Termina questa zona la grande volta a crociera decorata con acanti che avvolgono figure animali e angeli su globi turchini che reggono una ghirlanda, la quale racchiude al suo interno l’Agnus Dei, che si staglia su un cielo ricolmo di stelle.

La basilica di San Vitale, esemplare capolavoro dell’arte paleocristiana e bizantina, fu inserita dal 1996  nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Essa si staglia nella dorata Ravenna come la più preziosa, in grado di togliere il fiato e incantare chiunque con i suoi mille colori.

Tommaso Amato

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