Come i lavoratori sono vittime della tirannia degli inoperosi, le donne sono vittime della tirannia degli uomini.
Socialismo, droga e rock ‘n’ roll! Eleanor Marx è la riot grrrl post-industriale che ha portato il socialismo nella Gran Bretagna di fine Ottocento, battendosi per lotte oggi definite intersezionali, affiancando l’urgenza di riconoscere i diritti dei lavoratori al sorgere dell’emancipazione femminile. Susanna Nicchiarelli, dopo aver vinto Orizzonti nel 2017 con Nico, 1988, riconferma il suo interesse per i ritratti di donne combattive eppure fragili. Questa volta prendendo le distanze dal biopic convenzionale, ma anche allontanandosi dall’Ottocento istituzionalizzato dei libri di storia.
Scrutato attraverso gli occhi della figlia minore di Karl Marx, il secolo lungo del movimento operaio, dei moti popolari e della coscienza di classe si colora di anticonformismo impressionista anziché venire annebbiato da foschi paesaggi industriali virati in seppia. Le masse rimangono racchiuse nello scrigno del found footage, frammenti di memoria storica riportati al presente dall’energia punk rivoluzionaria dell’Internazionale che istiga il pogo violento.
Mossa dal senso di giustizia con cui Marx ed Engels l’hanno cresciuta, Eleanor si batte sul fronte pubblico, auspicando la parità di genere, mettendo in discussione l’“ipocrisia ufficializzata” del matrimonio e anche immaginando la fine della mercificazione del corpo.
La regia di Nicchiarelli si sottrae al rischio di raccontare una storia di eroica e romanticizzata emancipazione giocando con la continua opposizione tra utopia e realtà, teoria e pratica, idealizzazione e demitizzazione, ragione e sentimento. La protagonista non viene assunta a esemplare martire del comunismo perché riesce a coglierne l’autentica umana contraddizione.

La velleità rivoluzionaria non riesce ad affermarsi nella sua vita privata, circondata da figure di riferimento maschili che la conducono all’infelicità con le loro mistificazioni o il loro egoismo. Il padre ritorna nei ricordi e nei discorsi ripetuti in modo pedissequo, tuttavia piuttosto che interpretarli come sermoni didascalici, potrebbero essere letti in un’altra chiave. Rendono evidente questo scollamento tra ambito collettivo e individuale, mettendo continuamente in discussione, fino ai titoli di coda, la figura di Eleanor, interpretata dalla dolce e agguerrita Romola Garai, già in Suffragette di Sarah Gavron.
La discordanza è rimarcata da scelte linguistiche che sembrano far vivere la protagonista in un anacronismo – le musiche originali dei Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e dei Downtown Boys in una scena sembrano addirittura diegetiche – come se rivolgendo lo sguardo in macchina avesse il presentimento di far parte del genere cinematografico più “allestito”, il dramma in costume. E allo stesso tempo chiedendo al pubblico di leggere in chiave contemporanea istanze femministe ancora molto attuali. “Go ahead!”.
Miss Marx di Susanna Nicchiarelli uscirà nelle sale italiane il 17 settembre 2020 per 01 Distribution.
Giulia Silano