Il primo giorno di Animazione è terminato. A seguire tutte le recensioni dei cortometraggi in gara:
Awkward di Nata Metlukh – Stati Uniti
Il primo commento è quasi sempre quello giusto… nel caso di Awkward è stato un “waaa…che viaggione! Fichissimo!”.
Il corto di Nata Metlukh ha tutti gli ingredienti del trip da acido che si rispetti (me l’ha detto un amico eh!): spazi come fisarmoniche, persone caleidoscopiche, dialoghi fumanti e ironia corrosiva; il tutto accompagnato alla grande da una musica azzeccatissima.Quattro minuti di puro divertimento lisergico. Non perdetevelo.
Bear with me di Daphna Awadish – Paesi Bassi
La perfetta aderenza tra forma e contenuto basterebbe a fare di questo corto uno dei più intensi e struggenti di quest’anno. La tecnica mista trasmette con precisione la grande quantità di voci che ci accompagnano nei 4 minuti di proiezione. Ma per fortuna c’è molto altro. Delicato e mai banale, Bear with me permette al testo di affiorare sulla superficie delle animazioni, lascia sedimentare le parole giusto il tempo di un sospiro. Un corto sull’amore che diventa presenza nonostante le distanze, sulle scelte che diventano rimpianti, sulle canzoni che si trasformano in balsami per l’anima.
Riviera di Jonas Schloesing – Francia
I documentari sugli animali hanno lo scopo ultimo di salvarci dal fatalismo del sabato pomeriggio. I post-it quello di proteggere le parole e le persone dall’oblio. L’orario della siesta è nella residenza Riviera il momento del vizio e della disperazione, del voyeurismo noioso di chi aspetta solo che suoni la sveglia per ricordarsi di prendere le pillole. Un signore pingue con la faccia di Heidegger (vedere per credere), che pare morto a bordo piscina, e un’acerba signorina in costume sono tra le poche presenze che si aggirano nell’afa spettrale. Un tempo senza essere, senza speranza. Nel bianco e nero potentissimo di Jonas Schloesing vibra una tensione destinata a dissolversi lentamente nella normalità di una vita che semplicemente scorre.
Bello e spietato.
Pračka (Washing Machine) di Alexandra Májová – Repubblica Ceca
Spassoso e solare come un quadro di Mirò, questo è Pračka. La lavatrice protagonista di questo corto diventa una versione gelosa e seducente di HAL, un’amante capricciosa e irresistibile. Se il proprietario si dedica più al digeridoo che alle centrifughe la nostra insaziabile Pračka dovrà consolarsi con l’idraulico… non sarà mica geloso?
“Lava, asciuga, ama ”
Marco Lera