Uno dei modi più diffusi di passare il tempo che, si sa, si utilizza come metodo prediletto di svago. Il gioco delle carte, però, si rivela anche, nella maggior parte dei casi, un modo per riflettere, per studiare la mossa giusta da fare, per prendere l’avversario “in contropiede” e vincerlo. Nel dipinto di Cézanne, proprio come due uomini qualsiasi, in ogni luogo e tempo, i giocatori appaiono assorti nei loro pensieri e nelle riflessioni che li condurranno a compiere, alla fine, la mossa giusta.
Dando uno sguardo generale alla scena che gli si prospetta davanti, lo spettatore noterà che il tavolino, i personaggi e la situazione circostante sono “in bilico”, non perfettamente allineati. È possibile ravvisare, in questa leggera inclinazione, una metafora dell’esito del gioco, almeno in via probabilistica: così come l’occhio dell’osservatore propenderà per il giocatore alla propria sinistra, dal momento che il suo sguardo è portato a seguire l’inclinazione data dal pittore alla scena, così ci si aspetterebbe che il gioco delle carte vada a favore del medesimo giocatore.
La serie di dipinti olio su tela realizzata da Cezanne tra il 1892 e il 1895 è, a livello di tecnica pittorica, emblema del Post-impressionismo, in quanto è evidente il tentativo, da parte dell’artista, di semplificare le forme, sia per ciò che riguarda i personaggi, infatti anche gli arti dei giocatori raffigurati sono trasformati in schemi geometrici, sia per gli oggetti che li circondano (il tavolo, ad esempio, viene reso semplicemente come un parallelepipedo). Regna, nel dipinto, un ottimo equilibrio di colori: ai toni caldi di mani e volti corrispondono, infatti, le tinte fredde dell’ambiente e del vestiario dei giocatori. Le pennellate, inoltre, scolpiscono le forme.
Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906) dipinse i “Giocatori di carte” nel periodo immediatamente precedente alla fase finale della sua carriera artistica. Pare che l’artista avesse origini italiane: suo padre, infatti, proveniva dal Piemonte e il suo cognome, Cézanne, è probabilmente una francesizzazione dell’italiano “Cesana”. Quando il pittore si trasferì a Parigi, entrò in contatto con quelli che sarebbero divenuti gli “Impressionisti”, nel Café Guerbois, e grazie a queste conoscenze partecipò alla prima mostra impressionista, nello studio del fotografo Nadar a Parigi, nel 1874. Caratteristica fondamentale dei suoi dipinti è il rifiuto delle tradizionali regole della prospettiva, per permettere al soggetto di “essere fruito” da diversi punti di vista.
I giocatori rappresentati appaiono isolati dal resto dei clienti della taverna in cui si trovano, e la scena, che li ospita e li avvolge, mostra delle pareti in legno e i vetri di una porta. I personaggi sono vestiti in maniera semplice e sobria: tra loro sembra evidente la differenza di età, che potrebbe stare ad indicare anche il diverso grado di “esperienza” nel gioco delle carte: il giocatore di destra, infatti, appare disinvolto mentre fuma la sua pipa, mentre l’altro, più giovane e forse inesperto, sembra dubbioso.
Caratteristica peculiare di Cézanne è infine che, nei suoi dipinti, rappresenta in maniera essenziale scena e personaggi, come a voler far partecipare l’osservatore alla scena senza troppi “giri di pennello”.
Chiara Pirani