Non di rado nelle programmazioni delle grandi piattaforme streaming si possono individuare delle pellicole interessanti, fuori dall’ordinario e dalle aspettative. La Stanza, diretto Stefano Lodovichi, che torna sul genere thriller dopo In fondo al bosco del 2015, rientra tra queste.
Camilla Filippi – volto noto per aver lavorato con lo stesso regista – veste i panni di Stella, una donna e madre spezzata dal dolore per l’allontanamento dal compagno Sandro. In un momento di alta frequenza, le sue azioni vengono interrotte dall’arrivo nella sua grande casa – che non invidia nulla agli innumerevoli horror contemporanei di matrice hollywoodiana – un tempo aperta a paganti in cerca di alloggio, di un ospite interpretato da Giulio Caprino, intento a trattenersi per un breve tempo. Lo sconosciuto venuto da lontano ha delle intenzioni precise, che sfoceranno in un percorso collettivo verso la scoperta della verità celata in quelle mura.
Il già citato genere thriller viene contaminato, si trasforma in horror, in un fantascientifico dramma familiare e esistenziale di personaggi inconsapevoli – di genitori e figli – in un prodotto che inizialmente doveva essere presentato al mondo come documentario sul fenomeno degli hikikomori. E di questo parla, con una facilità strabiliante nel ripercorrere le fasi e le cause di vite rinchiuse fuori dalla società, ma con un’opera di finzione studiata per porre l’attenzione su ciò che l’Altro – l’esterno – rappresenta per queste. Il personaggio dello sconosciuto gioca un ruolo chiave nella morale del film: quanto le nostra azioni possono “segnare” la vita di altre persone? E quanto queste saranno disposte a comprendere e accettare lo scorrere del tempo?
Le quattro mura della casa sperduta e circondata da una pioggia costante – unico segno presente di un mondo esterno – nasconde al suo interno una stanza, dalla porta chiusa ma sempre ben visibile. In quella la causa scatenante della vicenda, o la vittima. L’hikikomori con la vista acuta, tramite il quale i ricordi parlano.
Lodovichi, in tempi record, firma la regia e la sceneggiatura di un prodotto degno di nota. Dopo Il talento del Calabrone, Amazon Prime video presenta un’altra pellicola che di tipicamente italiano ha solo il cast, abituando il grande pubblico ad allargare le proprie aspettative verso il cinema contemporaneo di questo Paese, vario e senza dubbio ambizioso.
Sarah Corsi