DOCUMENTARI
regia di Radu Ciorniciuc, 2020
C’è una famiglia che da un paio di decenni vive libera nel parco che accerchia il Lago Văcărești, nei dintorni di Bucarest. Mentre il profilo della città si avvicina spostando sempre più in là il confine tra civilizzazione e wilderness, in uno dei parchi urbani più ricchi di biodiversità, la famiglia Enache ha tutto ciò di cui ha bisogno per garantirsi la sopravvivenza: la baracca di legno e lamiera ripara e unisce stretti genitori e figli, nel lago c’è già il cibo che nuota e l’esperienza pratica fa da insegnante.
Questa è la loro casa, ma presto diventerà un’area protetta e tutelata dalla presenza umana. Le risate dei bambini risuonano tra i canneti e si spengono nella fuga dagli assistenti sociali che minacciano l’unità famigliare e l’idillio bucolico è presto infranto dal contrasto con le istituzioni rumene, intenzionate a iniziare un percorso di integrazione nella vita cittadina.

Non ci si può arrampicare più sugli alberi, inseguire cigni e maiali e neppure giocare per strada se non si vuole infastidire il vicino che ti urla “zingaro”! Costruire palafitte e riconoscere a colpo d’occhio ogni specie di flora e fauna non sono competenze richieste in questo nuovo mondo e Vali, il fratello maggiore di sedici anni, si trova in classe con i piccoli Marcel George e Rica a imparare a leggere e scrivere. Anche pescare non è ben accetto dalle autorità, che per proteggere la fauna ittica non temono di ricorrere alla violenza.
A casa era tutto più semplice, ma nella metropoli la famiglia si è disgregata: la madre è malata, il padre è diventato un padrone e gli assistenti sociali non potranno occuparsene per sempre. Il richiamo nostalgico del lago si sente anche attorno a tutto questo cemento…
Già premiato al Sundace per la fotografia, Radu Ciorniciuc porta al Trieste Film Festival un documentario d’osservazione sulla capacità di adattamento in grado di porre, con occhio analitico ma sempre empatico, domande complesse sui processi di urbanizzazione, sulle politiche di inclusione sociale e sull’educazione alla diversità.
Giulia Silano
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