Cos’è un bacio, se non la manifestazione più evidente di un amore? Un amore che ne Il bacio di Francesco Hayez si trasforma, mutando dal mortale amore umano a quello eterno per la patria. Non è solo il dipinto più importante dell’artista, ma uno dei capolavori più celebri del Romanticismo e di tutta la pittura dell’800 italiano, tanto da essere entrato nell’immaginario collettivo, diventando il simbolo stesso dell’amore romantico.
Tra i capostipiti del Romanticismo italiano, amato dalla critica contemporanea, Hayez contribuì ad un rinnovamento dei temi pittorici, sia d’ispirazione storica che letteraria; con il suo stile teatrale, diede il via ad una nuova attenzione per i dettagli delle ambientazioni, ricostruendo nei più piccoli dettagli gli abiti, gli arredi e le architetture d’epoca. Le appassionate rievocazioni storiche di Hayez sono animate da un intento politico libertario, in cui la storia passata si fa portavoce del patriottismo italiano.
Commissionato dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto, Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV, meglio noto come Il bacio venne dipinto nel 1859. Alla morte del committente, il quadro, un olio su tela (112×88 cm), venne lasciato in eredità alla Pinacoteca dell’Accademia di Brera, dov’è tutt’oggi conservato. L’immediato e straordinario successo dell’opera spinse l’artista a realizzarne, tra il 1859 e il 1861, tre repliche ulteriori, che oggi fanno parte di collezioni private.
In un ambiente spoglio di particolari architettonici, quasi a ricordare una scenografia teatrale, ma che è riconducibile ad un contesto medievale, un uomo e una donna in piedi si scambiano un bacio appassionato. La ragazza, completamente rapita dalla passione, si abbandona totalmente. Il suo corpo è arcuato all’indietro e la mano sembra quasi aggrapparsi disperatamente all’amato. L’uomo, reggendo la fanciulla dietro il capo, ricambia il caloroso bacio, mentre appoggia la gamba sul gradino di una vicina scalinata, assecondando la sensuale inclinazione del corpo della fanciulla che si stringe al suo. Tuttavia, la scena, al contrario di quello che si potrebbe pensare di fronte ad un soggetto del genere, non trasmette tranquillità, anzi, l’impressione che si ricava da questa posizione instabile è frenetica, come se l’uomo stesse partendo in tutta fretta. Un ultimo bacio per un grande amore, un bacio che ricordi e basti per una vita intera.
Tale impressione viene riconfermata da diversi dettagli: l’abbigliamento dell’uomo, che indossa mantello e cappello e porta alla cintura un pugnale; sullo sfondo, in basso a sinistra, si scorge l’ombra di un’altra figura secondaria, in procinto di scendere una scalinata, forse una domestica in attesa di scortare l’uomo fuori dal palazzo.
Il soggetto, in questo caso, rimanda a quel gusto sentimentale che caratterizzava la società del tempo e che aveva trovato la sua espressione migliore nella musica del grande compositore Giuseppe Verdi.
Questo bacio, questo abbraccio, ci lascia presagire un forte dolore dovuto ad una partenza imminente e inevitabile. La fanciulla lascia trasparire una sorta di malinconia, dovuta alla solitudine che seguirà quel bacio, in compagnia dei soli ricordi del suo amato e del timore che potrebbe non rivederlo più.
Al di là dell’interpretazione data dall’analisi dell’opera e dei soggetti, il quadro, se inserito nel contesto storico-politico in cui venne realizzato, ci racconta più di quanto in effetti ha da mostrarci. Innanzi tutto la prima cosa che colpisce lo spettatore è di certo la scelta cromatica: il bianco delle maniche della donna, il rosso della calzamaglia dell’uomo, il verde della sua camicia e infine l’azzurro dell’abito femminile, che richiamano i colori delle bandiere d’Italia e di Francia e fanno riferimento all’alleanza stretta da questi due paesi con gli accordi di Plombières. Probabilmente, visto in quest’ottica, il giovane potrebbe essere un patriota in partenza per una battaglia, e quindi si spiegherebbe il dolore trasmesso in questo ultimo bacio d’addio. Nelle versioni successive del dipinto, le scelte dei colori si fecero più nette e, conseguentemente, il significato politico dell’opera apparve più palese, attraverso l’abbandono delle tinte francesi nella versione del 1861, in modo da adattare l’opera all’appena avvenuta Unità d’Italia.
Ultimo indizio che riconduce ad ideali patriottici, romantici e risorgimentali è l’ambientazione spazio-temporale medievaleggiante, che rimanda ad un lontano passato in cui converge il generale amor di patria.
Se un bacio può prendere il posto a mille parole, di certo questo ne è l’esempio migliore.