«Bisogna continuare a produrre memoria, […] se continuiamo a raccontare le storie del passato che ancora ci parlano oggi, possiamo comprendere meglio il contemporaneo. Il film su Don Minzoni l’abbiamo fatto certamente per informare, sperando che l’informazione diventi conoscenza e sperando che la conoscenza diventi anche presa di coscienza».

Le parole di introduzione spese da Stefano Muroni, interprete principale e ideatore del progetto su Don Minzoni, non trovano però eco nel film diretto da Marco Cassini che ne firma anche la sceneggiatura. Oltre la bufera risulta essere un’operazione di mera addizione di (in)competenze tecniche e attoriche, che procede oltre l’ora e mezzo per non spostarsi mai dalla soglia della mediocrità.

Oltre la bufera tenta di raccontare gli ultimi anni di vita del parroco di Argenta, Don Minzoni, bersaglio della violenza fascista e ucciso a bastonate la notte del 23 agosto 1923.

In un film che parla più che mostrare, che si affida alla performance di un cast poco brillante (fatto salvo per Michela Ronci nei panni di Linda Maran), spesso vittima del primo e del primissimo piano, dimentico di paesaggi e scene di ampio respiro, la mancanza di una scansione temporale coerente con quella dei fatti avvenuti risulta essere l’ultimo di una lunga lista di difetti, di cui la pellicola è latrice.

Le scelte registiche compiute da Cassini, per incontrare il gusto delle nuove generazioni, contribuiscono altresì ad affossare ciò che di buono era stato fatto nell’ambito della ricostruzione storica, e mi riferisco all’utilizzo di musica rock d’accompagnamento alle scene più concitate, ai fermo-immagine in bianco a nero e all’impiego di inquadrature distorte, a pensar male dovute alla scarsa attenzione nel posizionare il supporto della macchina da presa più che a una ferma volontà poetica.

Speranze disattese quelle di Stefano Muroni citate in apertura, il cui film manca l’obiettivo e riesce solo nell’intento di informare, e comunque non più dello striminzito telegramma inviato dall’arcivescovo di Ravenna, Antonio Lega, al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Mussolini all’indomani dell’assassinio di Don Minzoni:

«Questa notte Arciprete Argenta Minzoni cappellano militare medaglia argento proditoriamente ammazzato. Feroce soppressione sacerdote universalmente apprezzato per azione parrocchiale e civica largamente benefica, disinteressata, patriottica, suscitato città e diocesi commozione vivissima. Gravità caso imponemi segnalare V. E. necessità urgenti provvedimenti contro colpevoli sacrilego efferato omicidio».

                                                                                                                      

Tommaso Quilici

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