Se escludiamo la produzione di serie spettacolarizzanti e qualche prima pagina in occasione degli accordi tra governo e FARC quante volte abbiamo sentito parlare della Colombia negli ultimi anni? Del primo caso meglio non parlare visto che un certo gusto kitsch per il mondo criminale ha ormai delle solide basi nell’immaginario collettivo e difficilmente ce ne libereremo. Sul secondo ci sarebbe molto da dire invece, soprattutto perché gli accordi sono stati così altisonanti e pieni di entusiasmo (c’è pure un Nobel per la pace di mezzo, per quello che può valere) da generare immediatamente qualche sospetto sull’effettiva praticabilità degli stessi.
In mezzo a questi due estremi c’è un paese per molti semi-sconosciuto che dagli anni ‘60 è teatro di una guerra civile che ha segnato profondamente la società colombiana, la geopolitica e la storia recente del mondo intero.
Ciro & Me di Miguel Salazar racconta la vita di Ciro Galindo e prova in questo modo a gettare una luce sulle zone d’ombra della storia di un paese che passa troppo spesso in secondo piano nel flusso costante e caotico di notizie di questi anni.
Le rughe che segnano il viso del protagonista sono i sentieri di una guerra privata e allo stesso tempo continentale, nel suo sguardo si riflettono il dolore profondo di chi ha perso tutto e la fiducia incrollabile di chi ha ancora un piccolo sogno da realizzare. La delicata cantilena con la quale Ciro racconta la propria storia contrasta violentemente con le immagini che si susseguono sullo schermo creando così un effetto narrativo estremamente efficace. La sua storia è drammatica e per molti aspetti emblematica: il conflitto armato ha infatti seguito Ciro e la sua famiglia per tutta la vita come un creditore ostinato e sicuro di riscuotere il proprio tributo impunemente. Tributo che è stato pagato con il sangue dei figli, con l’abbandono della terra e con la necessità di aggrapparsi ad ogni tenue speranza per poter sopravvivere.
Ciro & Me è il viaggio in una Colombia bellissima e lacerata, un itinerario che attraversa regioni che hanno avuto dei piccoli momenti di gloria turistica, prima di essere fagocitate dalla decennale guerra tra lo stato, le FARC, l’AUC e altre milizie che le ha trasformate in “zone di distensione”. I co-protagonisti di questa storia sono gli stessi che hanno avuto un ruolo determinante nella storia recente del paese: il narcotraffico, i reclutamenti forzati di minorenni da parte dei gruppi paramilitari, i sequestri di persona (la cosiddetta pesca miracolosa), il dramma sociale della ricollocazione dei rifugiati, la difficoltà per le nuove generazioni di trovare il proprio posto nella società odierna.
Lo splendido documentario di Miguel Salazar ci offre una prospettiva tristemente privilegiata sugli ultimi cinquant’anni di storia colombiana senza mai abbandonarsi a facili patetismi o a pretese di assoluta verità storica. Quella di Ciro è una delle migliaia di vite che sono state travolte da eventi più grandi di loro, che hanno lottato per conservare la propria dignità e che, alla fine, si sono sempre rialzate in nome della speranza in un futuro se non migliore, per lo meno più sereno. Non perdetevi uno dei migliori documentari degli ultimi anni.
Trovate Ciro & Me su MUBI.
Marco Lera