Il tempo non ha sempre la stessa densità. Ci sono secondi che semplicemente scorrono e altri in cui si aprono e rivelano nuovi orizzonti. Ci sono minuti di intrattenimento e altri che hanno la capacità di arricchire la visione delle cose. A questa seconda categoria appartengono senza dubbio i 27 minuti del documentario di Terence Dixon Meeting The Man: James Baldwin In Paris, un concentrato di pura forza e sferzante ironia, un ritratto pieno di dolore e di speranza che lascia a bocca aperta e strappa più di qualche sorriso agrodolce.
In meno di mezz’ora, Baldwin squaderna le illusioni e le ipocrisie della società dello spettacolo che vorrebbe trasformarlo in una attrazione artistico-letteraria a spasso per i boulevard di Parigi, prende (giustamente) a schiaffi lo sprovveduto regista che vorrebbe celebrare la propria anima bella senza lasciar spazio all’uomo che rivendica una voce propria con l’irriducibilità e tragicità di chi sa di essere vivo per miracolo. Lo scrittore lascia spazio al cittadino che vede lucidamente cosa sta succedendo intorno a lui, al testimone che denuncia le contraddizioni dello sguardo eurocentrico, che prende la parola anche per tutti quelli che non ce l’hanno fatta a sopravvivere ad una società che li vuole ancora schiavi.
Già, perché nonostante le belle intenzioni e il sincero interesse da parte del regista, in gioco c’è molto più che un documentario su uno degli scrittori più importanti del ventesimo secolo. Baldwin infatti non sarà mai l’exotic survival che tanti vorrebbero vedere sullo schermo, provocatorio ma tutto sommato confortante perché già categorizzato, né tantomeno il bohémiene che beve e fuma per darsi un’aria provocatoria. Le parole di Baldwin sono schegge che entrano nella carne viva degli spettatori, colpi di cannone contro tutte le Bastiglie del mondo, fuochi d’artificio che dichiarano “la festa è finita! È arrivato il momento di cambiare le cose!”.
Meeting The Man: James Baldwin In Paris non è solo una testimonianza dell’immensa statura umana di Baldwin, ma anche un documentario che ad ogni visione apre nuovi orizzonti per il dibattito sulla giustizia sociale e l’emancipazione di tutte le minoranze.
Da non perdere per nulla al mondo! Lo trovate su Mubi.
Marco Lera