CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI
I viaggi alla ricerca di nuove terre nascondono sempre, tra le pieghe dei racconti di coraggio e gli elogi dello spirito di avventura, storie di sofferenze e di traumi. Nuovi mondi richiedono nuovi sacrifici, siano essi propiziatori prima della partenza, necessari per il proseguimento del viaggio o liberatori per celebrare l’arrivo in terre a lungo anelate.
La morte che i protagonisti del lungometraggio di Helena Girón e Samuel M. Delgado portano con sé è la stessa forza oscura che gonfia le vele delle caravelle di Colombo dirette verso il Nuovo continente per reclamare il suo tributo di sangue.
In They carry death, le storie che si intrecciano raccontano di tre naufraghi della spedizione di Colombo e di due donne legati tra loro dal disperato tentativo di sfuggire al destino loro assegnato, in uno sforzo di esorcizzare la morte che suona ancora più tragico proprio perché destinato al fallimento.
Sullo sfondo lunare delle Isole Canarie degli ex condannati a morte, imbarcati sulle caravelle per dare gloria a quella stessa corona che stava per impiccarli, devono fare i conti con una condanna ancora maggiore: quella di prendere parte ad una spedizione che segnerà la morte di milioni di persone, la riduzione in schiavitù di generazioni di uomini e che sarà tanto gloriosa per pochi, quanto tragica per molti. La morte, che impregna la preziosa vela rubata dai tre e senza la quale le altre barche non sono disposte a ripartire, ha fretta di arrivare a nuovi approdi e di sbarcare nel Nuovo Mondo, lasciando agli uomini la loro effimera gloria e l’illusione di essere protagonisti della storia.
La seconda storia si svolge nella campagna galiziana e attinge al mondo della stregoneria e della tradizione popolare per raccontare l’opprimente solitudine di chi nel Vecchio Mondo è rimasto, di chi vive un’esistenza di stenti e di vessazioni. Infatti, non è solo chi parte a portarsi dietro una ferita che non si rimarginerà più, anche chi resta deve misurarsi con l’angoscia della partenza e dell’abbandono, come nel caso della ragazza che, forse perché innamorata di uno degli ex condannati, tenta di uccidersi e viene portata in salvo dalla sorella. Questo secondo episodio anticipa la seconda ondata di morte che colpirà un universo culturale liquidato come “stregoneria” dalle autorità religiose.
Helena Girón e Samuel M. Delgado in questo They carry death hanno puntato su atmosfere minimaliste e dialoghi estremamente scarni per dare risalto ai suoni e alle luci naturali, lasciando ampio spazio alla sperimentazione formale, con l’inserimento di immagini tratte da film di produzione franchista, e creando un risultato molto accattivante anche se non sempre sostenuto da un adeguato ritmo narrativo.
Marco Lera