CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI

“Assomigli a tuo padre, lo sai? In realtà, gli assomigli e non gli assomigli allo stesso tempo. […] Tutto è bizzarro qui. Questo è un luogo strano. Anche il clima è strano. Nevica e poi all’improvviso piove, e poi arriva il sole. Niente è mai come sembra. Mai e poi mai”.

Can è costretto dal funerale del padre a tornare nell’allucinato paesino nel quale è nato, dove tutti lo ricordano e si sentono in dovere di segnalare la somiglianza, o mancata tale con il padre, e dove stanno accadendo strani fenomeni.

Tra un’ondata anomala di freddo e un’invasione di cani randagi, il protagonista dell’ultimo film di Tayfun Pirselimoglu assiste ad un omicidio che complica ulteriormente la sua situazione.

Lo sguardo continuamente perso del protagonista incrocia nel corso della pellicola quello di personaggi dai lineamenti marcati e caricaturali, sguardi che lo interrogano sulla situazione del paese… ma a cosa si riferiscono di preciso? Le domande sono più sfuggenti delle possibili risposte, gli inquisitori sono pigri e nemmeno troppo convinti di voler conoscere la verità. Più che la curiosità sembra essere la noia a guidarli nelle loro indagini.

In Kerr la tensione si fa fruscio, è lo scricchiolio dei pavimenti sotto le scarpe, è il suono dell’elicottero che pattuglia incessantemente il villaggio, è l’abbaiare distante di chissà quale segugio infernale. Allo stesso modo, l’inquietudine si concretizza nei muri scrostati degli edifici, nei vetri figli dell’abbandono, nell’onnipresente nuvola di fumo. Un lavoro sulla sottrazione che premia la scelta estetica, le inquadrature curatissime e i colori che diventano l’essenza stessa dell’inesorabile declino del paese e dei suoi abitanti.

Kerr unisce tensione e surrealismo in una cornice esteticamente incantevole, tanto da risultare grottesco ed esilarante (ricordando in questo Roy Andersson), stralunato e inquietante nel suo apparente immobilismo (buzzatiano, ça va san dire), senza per questo sacrificare una trama accattivante. Consigliatissimo.

Marco Lera

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