Il TOUT COURT di quest’anno è un’occasione imperdibile per scoprire la splendida varietà di un “mondo nel mondo”, il Cinema Francofono, in cui alle abbaglianti nevi del Canada si alternano i colori sgargianti delle isole caraibiche, alla delicatezza di un amore non corrisposto risponde la rabbia per un futuro segnato dall’ansia ecologica. Un mondo dalle mille eredità che ha un immenso potenziale narrativo e di liberazione culturale.

Ecco alcuni consigli sui cortometraggi da non perdere in sala stasera.

Trovate qui il programma completo.

Lupus – di Zoé Brichau (Belgio, 2021)

Un’atmosfera distopica fa da cornice ad una storia di rabbia cieca e di spaesamento in una città non troppo lontana dalle nostre per tempo e tinte. Lupus, in pochi minuti, apre molti spunti di riflessione sul rapporto tra individui e società, sul ruolo giocato dalle scelte personali in uno scenario dominato dalla violenza.

La neige incertaine – di Marion BOISROND, Marie-Liesse COUMAU, Ada HERNAEZ, Gwendoline LEGENDRE, Romane TISSEAU (Francia, 2021)

Alternando tratti delicati e linee marcate, La neige incertaine ci porta in mezzo ai ghiacci polari alla ricerca di uno scatto che rubi qualcosa ad un ambiente inospitale. Questa missione solitaria si rivelerà molto più profonda della semplice impressione di forme sulla pellicola.

Mamour – di Vladimir MAVOUNIA-KOUKA (Francia, 2021)

Il futuro è delle macchine, perché resteranno solo loro per raccontarlo? Mamour ci fa danzare intorno al falò del disastro ambientale al ritmo delle ultime storie…prima della fine.

Nuisibles – di Juliette LABORIA (Francia, 2021)

L’egoismo e la tragica mancanza di responsabilità della società moderna vengono rappresentati con i tratti apparentemente giocosi della scampagnata tra amici. Una riflessione amara sul nostro rapporto con la natura.

Mulika – di Maisha Maene

«If today is the past of the tomorrow, we can change tomorrow. If today is the future of yesterday, we are already in the future».

«Chi sono io?» si chiede un astronauta, un alieno, forse un eternauta, schiantatosi sulla Terra con la propria nave spazio-temporale. Fuoriesce dal fondo di una miniera in Congo. Si aggira per le strade affollate di Goma, tutti lo osservano stupefatti. Alcuni lo riconoscono come uno di loro, un essere umano trasformato dall’ingordigia dell’Occidente. Indossa una tuta fatta di pezzi di computer, elementi tecnologici derivati dall’impiego di un metallo prezioso quasi quanto l’oro, il niobio, che ogni anno è causa di migliaia di morti e dell’impoverimento della popolazione a vantaggio delle multinazionali minerarie. Il visitatore non conosce il proprio nome, ma ha ben chiara la propria missione: proteggere il futuro dell’umanità.

Il regista Maisha Maene innesta un tema di forte attualità, quello dello sfruttamento minerario congolese, in una cornice fantascientifica, e dà vita a un messaggio che affonda quanto più gli è possibile in profondità, almeno quanto le radici del misterioso protagonista. Il compito di Lobi (ieri o domani, a seconda del contesto, nella lingua lingala), questo è il nome riscoperto dal viaggiatore in seguito al contatto con i propri antenati, è quello di salvare l’umanità, intesa come comunità globale e non come singolo popolo. Lobi non è un alieno, è un essere umano come noi venuto dal futuro e legato al passato, per mettere in guardia vittime e carnefici dell’autodistruzione in atto.

Rêves party – di Amélie Prévot e Marion Christmann

L’omino del sonno è un personaggio folkloristico del Nord Europa, presente in molte tradizioni fiabesche e spesso rivisitato da scrittori e artisti contemporanei. Recentemente, lo abbiamo visto in un adattamento per l’home video curato da Netflix, dall’omonima opera di Neil Gaiman, “The Sandman”. L’omino deve il proprio nome inglese, sandman per l’appunto, al fatto che è solito cospargere nel sonno gli occhi dei bambini con della sabbia magica, che permette loro di sognare.

Una declinazione inedita del personaggio ci viene offerta dall’esilarante corto di Amélie Prévot e Marion Christmann, nel quale l’immaginazione di una bambina fa sì che uno spacciatore di cocaina, con i suoi pacchettini di “sabbia”, assuma le fattezze dell’omino del sonno. Una commedia degli equivoci di appena due minuti, con tre ambientazioni e molto ben recitata dalla giovanissima interprete che non vi farà rimpiangere Pollon combinaguai: «Sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria! Se l’assaggi o la respiri ti dà subito l’allegria!».

Lo staff di Cabiriams

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