È come ti muovi, quello che esprimi, che è importante

Capita spesso di sentire frasi del tipo: ‘il rosa è da femmine’, ‘il calcio non è uno sport adatto ad una ragazza’, ‘dovresti vestirti più femminile/maschile’, ‘il make up è da donna’. Nella maggior parte dei casi, queste parole vengono pronunciate da persone, soprattutto adulti, che non hanno ancora accettato il progresso del XXI secolo e sono rimaste ancorati ad ideali di vecchio stampo. Il cinema si è molto battuto, nel corso degli anni, per l’eliminazione delle etichette, creando eroi ed eroine sempre più indipendenti e con amori e passioni diverse dai canoni imposti dalla società. E da dove si iniziano a combattere gli stereotipi? Dallo sport.

Ecco pronto per voi un film che sgretola qualsiasi forma di luogo comune. Siamo nel 2000, quando il regista Stephen Daldry accoglie l’idea del drammaturgo Lee Hall di realizzare un film su un personaggio dello sport molto particolare: Philip Mosley, ballerino di grandissima fama internazionale. La storia triste e dolorosa di questo ragazzo, vissuto nell’Inghilterra mineraria, è un esempio di forza, coraggio e tanta, ma tanta, determinazione.

1984, Gran Bretagna. Billy Elliot è appena undicenne quando inizia ad appassionarsi al mondo della danza classica, trovando nella stessa una valvola di sfogo capace di sollevarlo per qualche ora dalla scomparsa della madre, un peso che grava sul suo petto come un macigno. Tuttavia, tra la danza e Billy c’è un ostacolo enorme: suo padre, Jackie, gli proibisce di allenarsi e lo costringe a praticare pugilato. D’altronde, i canoni dell’epoca vedevano nel balletto e nella danza una sorta di incoraggiamento all’omosessualità. Billy, però, non si arrende, e, grazie alla fiducia di una maestra di ballo, inizia a frequentare un corso di danza all’insaputa della famiglia, diventando presto il primo della classe.

La situazione precipita con l’arrivo dell’inverno: i minatori vanno in sciopero, non c’è cibo né lavoro, il primo figlio di Jackie, Tony, finisce in carcere, e Billy viene beccato a prendere lezioni di danza. Tutto sembra andare a rotoli per il povero padre, ma proprio in questo momento egli capisce che non può proibire a Billy di perseguire il suo sogno. Dopo anni di sacrifici, Jackie si ritrova a vedere la performance di suo figlio ne ‘Il ballo dei cigni’ e, solo allora, si rende conto del talento del ragazzo.

Le lacrime che Billy ha versato di notte, soffocate dal cuscino, possono essere sentite proprie da ognuno di noi: tutti abbiamo un sogno o una passione talmente forte che è impossibile da eliminare. Questo film commuove soprattutto per la sua capacità di trasformare ciascuno di noi in Billy. Cosa avremmo fatto al suo posto? Ci saremmo arresi? Avremmo avuto il coraggio di mentire per difendere la nostra passione? Volare assieme ai propri sogni nella speranza di realizzarli è il vizio più bello che una persona possa avere. Non smettete mai di sognare.

Giulia Galante

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