La (ri)scoperta dell’incredibile ricchezza della natura da parte dell’uomo rappresenta negli ultimi anni uno dei filoni più sfruttati dalla letteratura, dalle serie e dai documentari. Dopo la breve ma intensa stagione dei cefalopodi, culminata con l’interessante e per molti tratti inquietante Il mio amico in fondo al mare (My octopus teacher), è finalmente arrivato il momento dei miceti.
Sappiatelo, il vero hype adesso sono i funghi! E come sempre in questi casi il mercato dell’intrattenimento propone sia prodotti notevoli, che approfondiscono il tema da punti di vista inconsueti e rivelatori, sia concentrati nei quali viene messo un po’ di tutto, giusto per accontentare l’annoiata curiosità degli utenti dei servizi di streaming.
Per alcuni, infatti, L’ordine nascosto di Merlin Sheldrake può risultare lungo ad eccessivamente specialistico, per altri Come cambiare la tua mente di Michael Pollan rischia di diventare un incentivo all’uso della psilocibina… per fortuna su Netflix c’è la soluzione per accontentare tutti: Funghi fantastici di Louie Schwartzberg.
Il documentario ha il grande merito di parlare in modo semplice e diretto di alcune delle più recenti scoperte scientifiche sull’incredibile mondo dei funghi, oltre a dare voce ad esperti che da anni studiano questi misteriosi e preziosi esseri. Tra molti time-lapse e caleidoscopi, si parla di reti naturali e di comunicazione tra piante, di evoluzione umana e dell’importanza delle esperienze psichedeliche, si fanno incontri con personaggi molto interessanti e con imprenditori di successo. Ma ci sono molti aspetti che purtroppo sono pienamente coerenti con il tipo di prodotto e che per questo rendono il documentario poco più di un mix tra qualche video-intervista su youtube e un articoletto di costume su un giornale di provincia.
Perché, a ben guardare, non è mai stato un mistero che i funghi fossero fantastici, almeno per quelli di noi che sono cresciuti con il Brucaliffo come maestro di vita, e che la connessione profonda tra l’essere umano e la natura debba essere recuperata con urgenza per tentare una via di fuga dall’antropocene e dal dataismo. Ma che la soluzione sia da cercare in questa oretta di documentario naïve e opportunista su Netflix è difficile da sopportare, a meno che non diano in omaggio agli spettatori qualche assaggio-premio.
Se da un lato ci può stare la divulgazione non troppo seriosa e condita da abbondante storytelling, è anche vero che non si può sempre ridurre tutto ad una continua Ted-Talk infarcita di slogan motivazionali con tanto di chiosa finale su come salvare il mondo. Meritiamo di meglio.
Funghi fantastici è pieno di belle immagini (così belle da essere ripetute fino alla noia) accompagnate da una voce in off rilassante ed eterea, regala allo spettatore spolverate di nozioni scientifiche ottime per essere riutilizzate a cena con gli amici, presenta storie personali ispiratrici e infine lancia messaggi appassionati su come i funghi cambieranno il mondo. Il mix perfetto per restare aggiornati su quello che si sta muovendo nel mondo, senza dover affrontare l’eventualità di un vero e proprio approfondimento dell’argomento, in pieno stile social network.
Consigliato a chi vuole una panoramica generale sull’argomento.
Marco Lera