Regia: Jon Watts

Spider-Man: Far From Home inizia esattamente dove era finito Avengers: Endgame. Grazie allo schiocco di dita di Tony Stark che ha messo fine alla minaccia di Thanos, le persone “blippate” sono tornate in vita in un mondo invecchiato di cinque anni. Ma i toni sono decisamente cambiati. Nonostante nell’aria aleggi ancora una certa malinconia dopo il finale di Endgame, la pellicola si trasforma in una specie di film d’amore adolescenziale, arricchita da una sottotrama supereroistica. In effetti, troviamo un affranto quanto innamorato Peter Parker che, nonostante la sofferenza derivata dalla perdita del suo mentore, è deciso in tutto e per tutto a conquistare MJ durante una gita estiva in Europa. Ma come la regola d’oro Marvel impone, ad ogni gioia corrisponde una seccatura, e perciò il nostro “amichevole Spider-Man di quartiere” si trova immischiato in una missione per conto dell’ex capo dello S.H.I.E.L.D.Nick Fury”, nonostante l’iniziale menefreghismo di Peter, concentrato solo sul suo scopo personale.

E allora i fan più accaniti potrebbero chiedersi dove sia finita l’etica del personaggio, dove sia finito il mantra più famoso e consolidato di sempre nella cultura Pop, dove siano finite le responsabilità legate ai grandi poteri.  E in effetti forse questo è uno dei più grandi difetti dello Spider-Man di Holland ma, nonostante tutto, ciò non disturba lo spettatore più di tanto, soprattutto se si tiene a mente che si tratta pur sempre di un ragazzino di sedici anni, che come qualsiasi adolescente è guidato prima di tutto dalle sue pulsioni, mentre la consapevolezza della responsabilità è un percorso che non è stato ancora escluso a priori, e lascia rosee aspettative per il futuro del personaggio.

Tornando alla trama, la minaccia per cui Fury ha bisogno di aiuto, non essendoci altri Avenger disponibili, è la comparsa improvvisa sulla Terra degli Elementali, creature di acqua, terra, fuoco e aria che vogliono distruggere il pianeta come hanno già fatto con il mondo da cui proviene Quentin Beck, alias Mysterio, che apparentemente li ha seguiti attraverso le dimensioni per combatterli. Sarà davvero l’eroe che dice di essere? Beh, di certo la sua controparte fumettistica è tutto tranne quello. Quentin Beck fu creato da Stan Lee  e Steve Ditko, e apparì la prima volta in The Amazing Spider-Man n. 13 (giugno 1964). Già da piccolo, Quentin amava i film e i loro effetti speciali. Dopo il college divenne uno stuntman e un creatore di effetti speciali a Hollywood. Tuttavia, si sentì frustrato dalla mancanza di un riconoscimento sul lavoro: fu in questo periodo che Spider-Man stava facendo notizia come fenomeno mediatico e, volendo fare del bene per la città ed essere acclamato come eroe, decise di iniziare eliminando l’“arrampica muri” sotto il nome di “Mysterio”.

Pur non avendo superpoteri, Beck è un ottimo illusionista in grado di scomparire e riapparire in altri luoghi. Dotato di armi ipnotiche in grado di emettere illusioni realistiche e maestro nei travestimenti, nel corso degli anni divenne tra i più accaniti avversari di Spider-Man, sia da solo che insieme ai Sinistri Sei. Una delle sue caratteristiche più famose è lo strano elmo che indossa sempre, spesso scherzosamente paragonato da Peter ad una boccia per pesci.

Il film non ha grandi pretese e in maniera pacata termina la fase 3 del MCU. Nonostante alcuni piccoli difetti, mantiene alto l’interesse nello spettatore, aiutato soprattutto dalle scene d’azione e da una CGI spettacolari.  Ma sarà soprattutto il finale a cambiare ogni cosa.
In attesa dei prossimi film di casa Marvel, non vi resta che godervi Spider-Man Far from home, nelle sale dal 10 luglio, e non dimenticare di aspettare la fine dei titoli di coda. 

Tommaso Amato

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